Ci mancavano i gol dell’ex Gabionetta a rendere ancora più difficile la situazione di classifica dell’Albinoleffe, che perde l’ennesima occasione per salire sul treno verso la salvezza. A Crotone si doveva vincere per tentare un filotto di quattro partite contro diretti avversari. Invece arriva ancora una sconfitta travolgente (5-2) che sembra avere molti punti in comune con quanto visto, soprattutto in campo esterno, durante la gestione Salvioni. L’allenatore seriano schiera Salvi, Piccinni, Bergamelli e Cristiano davanti al portiere Offredi, mentre Laner e Previtali occupano le linee interne di centrocampo con Girasole e Foglio sugli esterni, in attacco Cissè e Torri, all’esordio stagionale dal 1’ in assenza dello squalificato Cocco. La doppietta a metà del primo tempo di Gabionetta (6’ e 26’) condiziona l’incontro, anche perché dopo il gol di Cissè su calcio di rigore (al 31’), che poteva preludere a un tentativo di rimonta, è Florenzi in acrobazia su assist dell’incontenibile Gabionetta a ristabilire il doppio vantaggio per i calabresi con cui le due squadre vanno al riposo. Sul finire del primo tempo i seriani perdono per infortunio Girasole, bravo a procurarsi il penalty con un inserimento fermato fallosamente da Mazzotta, ma il sostituto Marco Pacilli farà la sua discreta parte sulla fascia destra, confezionando ottimi traversoni. Cissè, al di là del centro dal dischetto, è sicuramente il più attivo e quello con una marcia in più, tant’è che Belec, portiere dei calabresi, deve neutralizzarne una conclusione alla mezz’ora del primo tempo e un insidioso colpo di testa allo stesso minuto della ripresa. Salvioni tenta il tutto per tutto nel secondo tempo, puntando sulla voglia di emergere di Belotti, ma la squadra deve ingoiare il poker firmato da Sansone, prima che Torri riesca a fare finalmente centro in questa stagione, per lui decisamente sfortunata, con un preciso colpo di testa che non lascia scampo a Belec. Il Crotone non si accontenta e infierisce anche nei minuti di recupero finali con un tiro di Caetano dal limite dell’area che fa cinquina e rende ancora più pesante il passivo della trasferta calabrese. L’Albinoleffe condivide mestamente l’ultimo gradino della graduatoria con la Nocerina, che in un impeto di orgoglio supera il Verona di Mandorlini in lotta per la promozione. Peraltro i risultati maturati sugli altri campi rendono la scalata alla salvezza sempre più ripida e con pochi appigli. L’Ascoli, benché penalizzato, piega un’altra squadra con vista sulla A, il Pescara di Zeman, e torna a vincere dopo due mesi guadagnando la zona playout, da cui i seriani distano quattro punti. Nulla è definitivamente perduto sul piano aritmetico, ma le possibilità di mantenere la categoria si assottigliano ad ogni passo falso.