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Vista dal divano

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Stefano Pagnoncelli *

Sono le 20.00 di un giorno feriale, diventato
singolare e speciale. Singolare per la necessità di
proteggere la salute collettiva e stare a casa.
Speciale per il filo invisibile, lungo 1.400
chilometri. Ho già la maglia della Dea addosso da
ore. La sciarpa, che mi metto al collo, è quella
commemorativa degli ottavi di finale di
Champions League, Atalanta-Valencia. Su di essa
due date: andata 19/02/2020 e ritorno 10/03/2020.
In due date, così apparentemente vicine, ci sono
due mondi lontanissimi, due modi di vivere
opposti. Dagli abbracci regalati a San Siro a
chiunque incontrassimo, alla solitudine forzata di
questa serata. Dall’entusiasmo impossibile da
frenare di Milano, ad un velo malinconico, misto a
speranza, di questo divano. La tv è accesa,
attaccata al muro, e oggi sembra sospesa come noi.
In balìa di un Mondo mutato, quasi sotto scacco,
che ha dovuto spogliarsi di tutto e che ci impone la
clausura. L’Atalanta entra in campo, e la
musichetta della Champions suona in testa come
fosse stonata, e siamo già consapevoli che non ci
sarà l’urlo finale, che sprigionerebbe adrenalina e
applausi. Persino gli occhi dei ragazzi schierati in
campo sembrano diversi, alla ricerca di qualcuno
che davanti a loro non c’è.
Ma poi inizia la gara, e scopri che l’Atalanta non è
cambiata per niente.
In uno stadio deserto, svuotato dalla passione dei
tifosi, senti persino il respiro dei nostri idoli.
Un respiro forte, ma mai in affanno. I miei figli, al
primo gol di Ilicic, si abbracciano ed esultano
saltando sul divano, ignari dei divieti che ci sono lì
fuori.
Ed è stato bellissimo guardarli, mentre una lacrima
di gioia malinconica rigava la mia guancia.
La Dea ha regalato ancora una volta calcio, e
soprattutto, una serata magnifica e spensierata,
nel momento più nero per noi bergamaschi che non
abbiamo vissuto in tempi di Guerra.
Abbiamo esultato, senza vergogna, e lo abbiamo
fatto urlando. Eravamo tutti in quella scatola
chiamata tv, in questi tempi sottile come un foglio.
Ma ci siamo stati tutti. Pensavamo di essere da
soli, segregati, e invece ci siamo ritrovati tutti a
Valencia. Pensavamo di vivere sottovoce, ed invece
siamo stati ancora in grado di urlare.
Forza Atalanta, Forza Bergamo.
Quando scenderemo da questo divano e ci
ritroveremo in piazza, sarà ancor più bello. E la
malinconia si tramuterà in vera felicità. Siamo già
più forti. I più forti!

forbes