di Marco Cangelli
Sciabola amara per i colori azzurri ai Mondiali di scherma in corso a Milano. L’Italia è rimasta a bocca asciutta nella gara femminile che ha visto il successo della giapponese Misaki Emura capace di imporsi in finale contro la greca Despina Georgiadou per 15-11.
Doppia medaglia per la Grecia che si è presentata in semifinale con due rappresentanti, a partire da Georgiadou che ha sconfitto per 15-8 la bulgara Yoana Ilieva, costretta sempre a rincorrere e in grado di avvicinare l’avversaria soltanto a metà incontro.
Niente da fare per Gkountoura che si è giocata l’accesso con Emura alle medaglie punto su punto in un match particolarmente equilibrato che ha visto l’ellenica rimontare nel finale prima che la giapponese mettesse a segno il colpo decisivo del 15-14 conclusivo.
In finale Emura ha mostrato ancora la propria classe aggiudicandosi il titolo iridato per la seconda volta dopo aver messo a segno quattro stoccate consecutive dopo le prime fasi di studio e mantenendo il proprio vantaggio sino alla fine.
Quarti fatali invece per Martina Criscio che si è dovuta arrendere per 15-9 alla nipponica che ha preso subito il largo e non ha lasciato spazio alla 29enne foggiana, un discorso simile alla campana Rossella Gregorio che è stata sconfitta per 15-10 dalla francese Manon Apithy-Brunet.
Il torneo è stato infine caratterizzato dalla squalifica della campionessa olimpica Olga Kharlan, estromessa dai giochi dopo non aver stretto la mano al termine del tabellone dei 64 alla russa Anna Smirnova.
L’atleta ucraina si era imposta per 15-7 sull’avversaria toccando al termine del match soltanto l’attrezzo in segno di saluto (possibilità prevista per altro dal protocollo Covid della Fie), un gesto che ha scatenato l’ira di Smirnova che ha presentato ricorso occupando per quarantacinque minuti la pedana.
In seguito a un colloquio con il maestro e con un delegato della FIE, la russa ha abbandonato il campo di gara a cui ha fatto poi seguito la decisione della Federazione che ha annunciato la squalifica di Kharlan, costretta a saltare anche la gara a squadre.