Estate: voglia di mare, di vacanze e di navigare

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Questo inverno strano, né lungo né corto, ha ceduto il passo ad una altrettanto strana primavera.

Aprile, meteorologicamente parlando, è il mese più variabile dell’anno: si alternano giornate calde e assolate a giornate grigie e uggiose; quest’anno si è aggiunta una ostinata mancanza di piogge che ha quasi inaridito i fiumi e ridotto notevolmente il livello dei laghi. Tutto ciò, comunque, annunzia l’estate imminente e i cuori dei diportisti nautici cominciano a battere forte; si riordinano le attrezzature di bordo, depositate in garage per l’inverno, si programmano le ispezioni all’amato “giocattolo”, si fanno progetti, ci si trova in pizzeria con gli amici dove, tra una pizza, una birra e altro, si discute animatamente di gommoni, barche, motori e di itinerari possibili per le prossime vacanze. La fantasia corre rapida al timone dell’amato natante per solcare mari cristallini e brillanti come diamanti colpiti dal sole, si gode di un piacere quasi fisico e la sedia sulla quale si è seduti sembra vibrare come sollecitata dal motore a pieno regime.

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Foto A.V. Mercury 150

I diportisti nautici, quelli che navigano con gommoni e barche di dimensioni “umane”, mezzi lontanissimi dai mega yacht, sono di due tipi: quelli che si allontanano dalla riva di un paio di miglia, che fanno un bagno fuori dalla mischia, prendendo il sole in tranquillità con la famiglia e poi nel pomeriggio tornano al molo, e quelli che amano navigare, percorrere miglia di mare, scoprire baie e ridossi, godere di una crociera avvincente, gioiosa, a volte adrenalinica, piena di stupore per l’immensità dell’orizzonte, sempre vicino e mai raggiungibile, curiosi di conoscere il prossimo approdo, desiderosi di vagare per le stradine dell’incantevole paesino che sovrasta e circonda il marina al quale sono approdati.

Foto A.V. Curzola isola in Croazia

Entrambi amano i loro mezzi ma di un amore diverso: i primi nutrono affetto per un oggetto che usano e che regala loro momenti di tranquillità; i secondi amano appassionatamente il loro gommone o la loro barca, ne conoscono ogni particolare, ogni scricchiolio, ogni reazione, ogni pregio, che volentieri esagerano, ogni difetto che altrettanto volentieri giustificano e non confiderebbero a nessuno, li coccolano, li vezzeggiano proprio come un’amante bellissima, seducente e capricciosa. Sono loro, la barca, o lui, il gommone, i veri padroni, l’armatore è soltanto il proprietario formale.

Foto A.V. Piombino – Toscana

Come si sa, ogni grande passione è fatta di rose e di spine e questa passione, di spine, ne ha tante; tuttavia, come recita un vecchio adagio, “dove c’è piacenza non c’è dolenza”. Quali sono allora le spine? Salto le ovvie spese di manutenzione e rimessaggio: ciascuno le conosce già nel momento in cui decide di acquistare un natante per cui vado direttamente a quelle che riguardano le strutture connesse al diporto e al turismo nautico nel nostro Paese. Un natante delle dimensioni di circa sette metri, gommone o barca, può essere varato e alato da uno scivolo praticamente a costo zero. Operazione questa che prevede la possibilità di parcheggio per auto e carrello, oltre alla agevole accessibilità allo scivolo stesso. Se prendiamo in considerazione la fascia costiera che va da Lignano a Trieste, circa centocinquanta chilometri, si contano più o meno cinque scivoli, di cui realmente utilizzabili soltanto un paio (fonte il Gommone n° 405). Per il resto delle coste italiane non va meglio. Non rimane che affidarsi alle strutture dei marina che provvederanno al varo e all’alaggio con le gru o con travel lift a pagamento (la tariffa media per operazione va dai 50 ai 100 euro).  La situazione è più o meno simile lungo tutte le coste italiane: spesso i natanti hanno persino difficoltà a trovare un ormeggio nei marina che preferiscono accogliere gli yacht. Accade anche che alcuni di essi non siano dotati di servizi propri costringendo gli equipaggi a doversi servire dei servizi pubblici comunali che, a loro volta, raramente sono ottimi, spesso passabili e più spesso inqualificabili (esperienza personale). Persino gli ormeggi per le imbarcazioni in transito, che dovrebbero essere l’otto per cento della somma dei posti barca disponibili nel marina o nel porto, sono regolarmente introvabili se non si conosce qualcuno; ovviamente ci sono anche rare eccezioni virtuose.

foto A.V. Curzola – Croazia

Tutto ciò scoraggia gli intrepidi comandanti/armatori? No, li spinge verso altri lidi più accoglienti sia per la qualità dei servizi, sia per le tariffe concorrenziali, sia per l’accoglienza e la disponibilità e non ultimo anche per la bellezza delle mille e più isole che, da nord a sud, adagiate su un mare cristallino che riserva scorci di autentica bellezza, incantevoli villaggi e belle città costiere che conservano intatte le vestigia venete e i resti della civiltà romana, punteggiano l’Adriatico croato, dall’Istria fino all’estremo sud della Dalmazia, là dove confina con il Montenegro.

Foto A.V. Tramonto a Curzola – Croazia