Bergamo a Cinque Cerchi: Gianni Carrara e l’attrazione fatale per la 50 chilometri di fondo

L'atleta di Serina ha preso parte alle Olimpiadi Invernali di Cortina d'Ampezzo 1956 chiudendo diciassettesimo.

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C’è chi ama la velocità e l’adrenalina, chi invece preferisce la fatica e la perseveranza.

Un bivio che divide il mondo dello sport, anche quello della neve, fra chi si lancia da ripidi pendii e chi invece preferisce percorrere lunghe distanze prima di festeggiare.

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Quest’ultimo caso è quello di Gianni Carrara che dà il meglio di sé quando il chilometraggio supera quello della maratona e l’acido lattico prende in ostaggio le gambe.

Nato a Serina l’8 febbraio 1929, Gianni non può dedicarsi granché allo sport a causa della necessità di sostenere la famiglia.

Il giovane bergamasco deve quindi giocarsi le proprie chance da “autodidatta” costruendosi gli sci e dovendo far i conti anche con i genitori che, puntualmente, ogni volta che si ammala decidono di buttarli sul fuoco.

Carrara inizia ufficialmente la carriera dopo la Seconda Guerra Mondiale con lo Sci Club Sapez di Oltre il Colle vincendo varie gare a livello locale dove emergono diversi talenti, tanto da essere notato dalla Nazionale.

Nel 1950 viene quindi convocato per un raduno a Passo Rolle e pian piano entra nel giro azzurro, anche se la grande occasione arriva nel 1955 quando, passato sotto la gestione dello Sci Club Lane BBB Leffe, ottiene il terzo posto all’Aprica alle spalle di Federico De Florian e Vigilio Mich.

E’ l’occasione per strappare di fatto la qualificazione alle Olimpiadi Invernali di Cortina d’Ampezzo 1956 l’anno successivo dove viene schierato in compagnia del conterraneo Battista Mismetti.

Sulle nevi venete i due fanno di fatto gara di coppia per i primi venti chilometri, attorno alla ventesima posizione, ma proprio quando lo sforzo si fa sentire, Carrara alza i giri del motore e recupera terreno.

Il bergamasco chiuderà così la gara in 3h14’39” in diciassettesima posizione, alle spalle soltanto di Mich, ma soprattutto distante a 24’12” da Sixten Jernberg.

Lo svedese è imprendibile tenendo testa sin dai primi chilometri al finlandese Veikko Hakulinen e sfiancandolo negli ultimi dieci chilometri.

Il finnico deve accontentarsi del secondo posto davanti al sovietico Fëdor Terent’ev, terzo dopo un recupero nel finale.

Per Gianni Carrara è soltanto un passaggio dopo una carriera in rincorsa prendendosi la scena a livello tricolore.

Il brembano è nuovamente terzo ai Campionati Italiani nel 1957 prima di vincere finalmente l’oro nel 1958 per poi chiudere al secondo posto nel 1959.

Con questo ultimo exploit, complice anche un problema d’ulcera, Carrara dice addio agli sci stretti e decide di investire su un negozio di articoli sportivi, ma non allo sport diventando l’allenatore del Centro Biathlon di Serina.

Lì crescono anche i figli Angelo ed Erika che seguiranno le orme del padre, ma nella disciplina del “scia e spara” prendendo parte anche loro ai Giochi Invernali.