Troppo stupido per essere vero. Un atleta azzurro impegnato alle Olimpiadi invernali di Sochi finisce nella tagliola dell’antidoping. E non per una sostanza particolarmente stimolante e neppure in una disciplina votata alla prestazione individuale. Si tratta di un componente la squadra di bob a quattro, il quale ha fatto uso di un integratore che figura tra i prodotti banditi. Il CONI è stato informato dal CIO di un caso di positività alla dymetylpentylamine relativo all’atleta di Bob, William Frullani, per un controllo effettuato al Villaggio Olimpico il 18 febbraio. L’atleta ha chiesto le controanalisi che hanno confermato la positività, determinando la sua esclusione dalla delegazione italiana. Come si possa commettere una dabbenaggine simile, è interrogativo in attesa di risposta. William Frullani è anche atleta di decatlhon e eptathlon. A lui è stato chiesto un apporto per consentire al bob azzurro di ben figurare. Invece c’è scappata la figuraccia, con grande rammarico della delegazione italica e contraccolpo d’immagine. William Frullani, 35 anni e un passato da primatista nazionale nell’eptathlon, aveva disputato già le gare di bob a Sochi in coppia con Simone Bertazzo come frenatore. Ora Frullani è stato costretto a lasciare, senza raddoppio. Leggerezza. Pura e semplice leggerezza, sottolinea il CONI che, per definire la composizione della squadra di bob a 4, ha chiesto la sostituzione di Frullani con la riserva Samuele Romanini e ha ricevuto il nulla osta del CIO.