“Se questo è il piano che Dio ha riservato per me, altro non posso fare che spalancare le braccia” sosteneva Elena Fanchini, scomparsa poco più di un anno fa a causa di un terribile tumore che se l’è portata via troppo presto.
Eppure la sua voglia di rialzarsi dopo ogni caduta e ripartire nonostante la paura che quella si trattasse semplicemente dell’ultima discesa ha ispirato numerose colleghe, a partire da Sofia Goggia che in quelle parole nel 2022 trovò il conforto per affrontare un recupero lampo e partecipare alle Olimpiadi Invernali di Pechino dove ottenne l’argento.
Stavolta la 31enne di Astino ha dovuto far i conti con un infortunio più duro del previsto con un recupero molto più lungo del solito e soprattutto con la quinta Coppa del Mondo di specialità andarsene dalle sue mani senza avere le possibilità di difenderla.
La durezza del recupero e la delusione per l’ennesima stagione in fumo ha frenato la finanziera orobica che è tornata a parlare su Instagram ad alcune settimane dall’incidente incorso sulle nevi di Ponte di Legno.
“Mi sono ispirata a Lei, l’ho fatta ‘mia’ ed è ciò che mi sono detta quando mi stavano trasportando a Milano in elicottero, con la ferma consapevolezza che quella sgradevolissima sensazione che avevo avuto in pista, quando ancora non mi ero fermata dalla caduta, era veritiera: la mia tibia era rotta e frantumata – ha raccontato l’azzurra con un post su Instagram -. Mio papà mi ha scritto per messaggio che ‘questo mio dolore non sarà invano’ ma, anche se poi il tempo mi dirà che lui aveva ragione, attualmente stento a crederci. Non è un osso che si rompe e non è la fatica, seppur pesantissima, del settimo, complicato, intervento chirurgico in carriera. Ciò che fa male, davvero male, è quella lacerazione che sento dentro al petto, strappo che solo io posso avvertire radicato nel mio profondo, figlio del fatto di essere per l’ennesima volta a tu per tu con me stessa in una situazione del genere nonostante gli sforzi, l’impegno e le scelte lavorative affinché la possibilità che questo tipo di avvenimenti potesse accadere, si riducesse drasticamente … è l’impossibilità di riuscire solamente, che poi per me è tutto, a vivere normalmente la mia passione sugli sci, passione per cui ho lavorato e per cui lavoro assiduamente da una vita intera. Fa malissimo”.