Si arriva all’ultimo dei 3 giorni di Vancouver con il Canada, padrone di casa, in vantaggio per 2-1. Ora Milos Raonic ha sulla racchetta il match-point per portare i biancorossi in semifinale. Di fronte al giovane (1990) formidabile bombardiere la classe di Andreas Seppi, reduce dalla rimonta capolavoro di venerdi. All’altoatesino il compito tutt’altro che semplice, di riuscire a portare i nostri colori in linea di galleggiamento, per giocarsi poi tutto nell’ultimo incontro. Tornando alle emozioni sul campo, punteggio in equilibrio dopo i primi 2 singolari, con vincitori da pronostico, ma risultati contrastanti. Se poteva essere facile pensare ad una sconfitta di Fabio Fognini, non altrettanto era immaginabile ritrovare Andreas Seppi sotto di due set contro il volenteroso Pospisil. Il numero 140 del mondo ha sciorinato un tennis di altissimo livello. Aces e dritti vincenti, assieme alla superficie super-veloce dell’impianto canadese, hanno mandato fuori ritmo il nostro portacolori, poi straordinario nel ritrovare testa e cuore per centrare la seconda “remuntada” in carriera in una sfida di Davis. Poco da recriminare invece per Fabio Fognini, che gioca, rischia, lotta ma alla fine si arrende in tre set al giocatore migliore. Eccoci arrivare quindi al doppio, indicato giustamente da Capitan Barazzutti come la chiave di volta della sfida. Anche in questo caso la partenza è ad handicap per una coppia tricolore, costretta a fare a meno dell’infortunato Bolelli, affidandosi all’esperienza di Bracciali e all’estro di Fognini. Il veterano Nestor, trascina il giovane compagno (Pospisil) ad un livello superiore, aggiudicandosi i primi 2 set con un break per parziale. Il tricolore non si ammaina ed anzi al primo break nel terzo set, si rinfranca, si carica e pareggia in un amen il conto dei set. Inizia qui una gara a parte, con un quinto set interminabile chiusosi solo al ventottesimo gioco (13-15), dopo il deleterio break subito da Fognini sul 13 pari. Ora non contano più i valori sul campo, contano cuore ed energie da gettare oltre il muro canadese, divenuto improvvisamente elevatissimo.
(commento di Luca Polesinanti)