E’ la volta di Lady Marion

511

marion_bartoli_2610662bCome la omonima eroina letteraria dalla saga di Robin Hood, così anche la francese è riuscita alla fine di queste 2 settimane a conquistare il pubblico britannico e soprattutto quel trofeo che già le era sfuggito di mano una volta. Dopo 7 anni, il Centrale vede nuovamente una transalpina trionfare, con Amelie Mauresmo passata dal campo alla tribuna, mantenendo l’invidiabile qualifica di “vincente”. La capitana di Fed Cup, ha infatti curato personalmente il percorso di avvicinamento al torneo della 28enne di origini corse, svolgendo evidentemente un lavoro fantastico. Certo Marion non sarà la più brava, la più forte nè tantomeno la più simpatica giocatrice del circuito, ma dopo 47 partecipazioni a tornei del Grande Slam (record assoluto, per la più lunga serie prima di un successo), si è guadagnata con merito il piacere e la gioia di alzare al cielo il mitico “piatto”. La buonsorte le ha dato in regalo un tabellone, nel quale ha potuto affrontare i 7 incontri necessari al successo senza mai incrociare una delle prime 16 teste di serie. Decisamente un bel vantaggio, che però va sfruttato senza lasciare nulla di intentato, così come ha dimostrato di poter fare, una ragazza che non ha perso per strada nemmeno un set. La finale è stata deciamente bruttina, con Sabine Lisicki, attanagliata dall’emozione ed in grado di giocare il tennis che le aveva consentito di eliminare Williams e Radwanska, solo a giochi ormai strafatti. 25 errori non forzati sono una esegerazione per un match durato appena 80 minuti e 17 giochi (6/1 6/4). Ora con la terza vincitrice in altrettante prove dello Slam, si schiudono già gli orizzonti su New York, in attesa della prossima “regina”.

(commento di Luca Polesinanti)

forbes