Come da pronostico le campionesse uscenti della Repubblica Ceca, fanno valere il fattore campo e concludono sul 2-0 la prima giornata di singolari. Nella storia della Fed Cup solo 4 volte una squadra sotto 0-2 è riuscita a qualificarsi e in queste 4 imprese non compare mai la bandiera tricolore. “Diamo merito alle ceche di aver giocato molto bene. I punteggi sembrano severi, ma in entrambe le partite per lunghi tratti Francesca e Sara sono state competitive. Ora è dura, ma l’Italia non è abituata a perdere senza lottare”. Queste le parole a fine giornata di Capitan Barazzutti, che non nasconde la speranza di potere fare comunque il miracolo. La cronaca: le prime a scendere in campo sono Francesca Schiavone e Lucille Safarova, a dispetto del ranking (numero 12 per l’azzurra, 23 per la ceca), la superficie, il tifo ed il momento della stagione delle due giocatrici, indicano proprio nella seconda la naturale favorita. Francesca parte male, subisce subito un pericoloso break, ma poi riesce a recuperare con coraggio e sul 6/5 in proprio favore raggiunge per tre volte la possibilità di incamerare un set fondamentale. Il servizio corre in soccorso della Safarova che poi gioca un tie-break sublime senza lasciare scampo all’italiana. Con il fardello dello svantaggio, la Leonessa piano piano si scioglie e cede il passo, crollando 6/1 nel secondo set.”Quando perdi fa sempre male – sono le sue parole a fine match – ma è anche vero che finalmente, dopo tanto tempo, mi sono sentita competitiva. Certo, forse avrei dovuto giocare meglio quei tre set point, essere più aggressiva, però sono fiduciosa di poter tornare presto ai miei livelli”. Si rientra in campo ad Ostrava, sotto 0-1 e tocca a Sarita Errani provare a fare il colpo. L’impressione generale è quella di assistere fin da subito ad un match impari, immaginate di mettere sullo stesso ring un peso mosca ed un peso massimo e provate a pensare a cosa può accadere. Il manto velocissimo aiuta la Kvitova a chiudere velocemente gli scambi con accelerazioni impressionanti sia di dritto che di rovescio. Soprattutto sulla seconda di servizio di Sara è troppo facile per la ceca bombardarla e costringerla fin da subito a miracolosi recuperi, non sempre efficaci. Così si arriva ai momenti decisivi con Sara costretta a giocare troppo corto e ad offrire facili conclusioni ad una avversaria troppo forte e troppo “in fiducia” per non sfruttare l’occasione. 6/4 6/3 in 75 minuti e pubblico di casa che già pregusta una nuova finale per ripetere il successo del 2011. Alle nostre ragazze il compito di “rovinare” questi “cechi” propositi.
( commento di Luca Polesinanti )