Agnelli Tipiesse, finale amaro. Con Reggio Emilia si va alla bella

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Conad Reggio Emilia-Agnelli Tipiesse Bergamo 3-2
(20-25, 25-17, 26-28, 25-23, 15-9)
REGGIO EMILIA: Zamagni 11, Catellani, Held 20, Sesto 11, Scopelliti, Cominetti 10, Mian, Cantagalli 34, Garnica 3, Morgese (L), Suraci, Marretta (L). N.E. Cagni. All. Mastrangelo.
BERGAMO: Padura Diaz 15, Mancin, D’amico (L), Cargioli 7, Finoli 2, Terpin 14, Pierotti 9, Larizza 15. Non entrati Ceccato, Abosinetti, Baldi, De Luca. All. Graziosi.
ARBITRI: Vecchione, Colucci. .

Un remake della Coppa Italia. Campo invertito, copione simile e per Bergamo stesso amaro finale. L’Agnelli Tipiesse torna a dover digerire l’acre sapore della sconfitta dopo oltre tre mesi: l’ultimo ko risaliva allo 0-3 con Santa Croce il 30 gennaio. La Conad stavolta risale da 1-2 e porta il discorso alla “bella” di mercoledì 11 alle 20.30 con il fattore-campo a favore. Nella fase calda oggi Cargioli e compagni anziché ricalcare un canovaccio sostanzialmente diventato un fedelissimo compagno di viaggio si disgregano e finiscono troppo passivi nelle fauci di un dirimpettaio che sembrava al punto di non ritorno e che ha trovato in un Cantagalli indomabile (34 punti) e nell’impeccabile Held gli elementi su cui imperniare il tremendo capovolgimento di fronte.

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Reggio inizia forzando il suo fondamentale-chiave, il servizio e ne sbaglia 7. Bergamo, pur con 5 errori, realizza il primo allungo proprio dai nove metri con Terpin e Larizza (9-12). Quello che funziona a meraviglia è il cambio palla pressoché sistematico (attacco al 74%) inaugurato da Terpin (13-17) e sigillato con un tocco di classe da Finoli per il vantaggio. Cantagalli si sblocca al rientro in campo (7-3) e sul 10-15 costringe coach Graziosi a fermare il gioco, ma l’opposto colpisce inesorabilmente anche in battuta (due volte, 14-6). Poi Sesto stoppa Padura Diaz e il pensiero va già al terzo parziale.

Quando Bergamo riordina le idee e rimette le cose a posto, pur con un fiatone tipico di un confronto serrato e vibrante. Più che altro perché da un ribaltone all’altro, con Bergamo avanti fino al 15-16 e al sorpasso propiziato da Held 18-17, la contesa diviene un rodeo che i rossoblù fanno loro alla quarta occasione. Soprattutto in virtù del bilancio di 6 errori contro 13 degli avversari. Ma la Conad, come si conviene a una compagine guidata da una tenacia fuori dal comune, scatta meglio nel quarto e la mette ancora sulla battaglia. Gli orobici faticano e nonostante un ace di Terpin (18-19) soccombono dopo un muro su Pierotti (23-21) con Cantagalli che ne approfitta e pareggia poco dopo.

I ragazzi di Mastrangelo ribadiscono la capacità di tirare fuori il meglio delle energie sul filo del rasoio mentre, dall’altra parte, i rossoblù palesano immediatamente una condizione mentale non ineccepibile. E infatti la luce si spegne. Due muri – su Cargioli e Padura Diaz – fanno male come l’ace di Garnica per un doppiaggio (12-6), fotografia di una coda da cancellare subito. Tra meno di 72 ore in palio c’è la finale. Senza prove d’appello.