Agnelli Tipiesse, il segreto della preparazione si chiama Nicola Gibellini

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di Diego Fumagalli
A poche ore dall’inizio del campionato di Serie A2 i riflettori si accendono, almeno per una volta, su una figura-chiave nello staff dell’Agnelli Tipiesse di Bergamo. Nicola Gibellini, cresciuto all’ombra di Roberto Benis, è il classico profilo bergamasco: un preparatore atletico abituato a lavorare e a far lavorare tanto parlando poco. O meglio, il giusto. Un’estate esaltante vissuta con la Nazionale maschile del Belgio fresca di pass per gli Europei, un ritorno alla base in Agnelli Tipiesse forte di un background più ricco sotto ogni aspetto.

CAPACITÀ DI ADATTAMENTO –Quando si vive per quasi cinque mesi in una nazione che non è la tua, parlando esclusivamente inglese e ti trovi da solo, chi incontri sul tuo percorso diviene giocoforza la tua seconda famiglia. Sono stato molto fortunato perché in Belgio ho trovato gentilezza, ospitalità e persone che non mi hanno mai fatto mancare nulla. Non è facile vivere un contesto simile, non appena si prendono le misure si scopre quanto un’avventura di questa portata divenga un guadagno smisurato sotto il profilo professionale. E, a livello professionale, apre letteralmente la mente. Consiglio a tutti qualche mese fuori dai confini nazionali. Si può vivere qualcosa di eccezionale”.

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DISCUSSIONI E ORGANIZZAZIONI – “Ogni discussione ha sempre avuto un valore costruttivo. Poter dialogare in ogni momento con dottori, massaggiatori e massofisioterapisti ha alimentato la sintonia permettendoci un costante confronto. Con un’organizzazione pressoché perfetta grazie alla federazione, si sviluppa altresì uno spirito d’adattamento incredibile. Anche perché il programma giornaliero può subire continue variazioni per i più svariati motivi. Ecco perché bisogna essere sempre pronti ad adattarsi e a proporre un allenamento proficuo in base alle condizioni. Un percorso del genere va preso come un blocco unico, con pregi e difetti. Comprese le critiche, le reazioni o le litigate che iniziavano e finivano subito. Con i giocatori talvolta serve anche la classica carezza, non sono macchine. Ho imparato moltissimo anche per ciò che concerne questo tipo di situazioni. Tutto bagaglio che ho intenzione di mettere al servizio di Bergamo, come sto facendo dal primo istante”.

LA “NUOVA” BERGAMO –Dopo tanta fatica, finalmente si inizia a giocare per i tre punti e non vedo l’ora. Come sempre si è lavorato moltissimo sia sul piano fisico, sia su quello tecnico. Eppure questi ragazzi lo fanno sempre con il sorriso. È un gruppo molto recettivo, che mette subito in pratica gli input forniti e che fa trasparire il piacere di stare in palestra”.

LUNGIMIRANZA –Ci attende un torneo tostissimo e forse mai così equilibrato. Fondamentale dosare i carichi costantemente monitorando attentamente ogni situazione affinché si arrivi al top della condizione nella fase clou. Da marzo in avanti. Ma questi ragazzi, per come hanno affrontato il periodo di preparazione, sono certo che continueranno ad applicarsi in maniera esemplare e con una dedizione notevole”.