Vogliono fare male al volley

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Ghoncheh GhavamiGhoncheh Ghavami, la giovane iraniana condannata a un anno di carcere per aver chiesto di assistere a una partita di pallavolo maschile in Iran, è stata rimessa in libertà su cauzione. A suo favore c’è stata una mobilitazione internazionale, non solo sui campi di volley dove la passione unisce e non divide, dove c’è rispetto per l’avversario e la lotta all’ultimo punto è spettacolo avvincente. Ghoncheh, arrestata il 20 giugno, ha trascorso cinque mesi in carcere. La sua colpa è stata quella di manifestare, insieme ad altre donne, fuori dallo stadio di Teheran dove era in programma il match di World League maschile Iran-Italia. Per le donne divieto assoluto di mettere piede sugli spalti. La condanna a un anno di reclusione è stata pronunciata il 14 ottobre dal Tribunale rivoluzionario di Teheran e resa nota ai primi di novembre. In carcere Ghoncheh aveva iniziato lo sciopero della fame. La notizia della sua liberazione è arrivata nel pomeriggio di domenica 23 novembre e avrebbe reso felici gli amanti della pallavolo, se non fosse che, quasi contestualmente, si è saputo dell’attacco terroristico messo in atto da un kamikaze che si è fatto esplodere durante una partita di pallavolo in corso nel distretto di Yahyakhail, nell’Afghanistan orientale, al confine con il Pakistan. Si parla di 40 morti e oltre 60 feriti. Una tragedia dove si stava giocando e fraternizzando. Un attentato che prende di mira una disciplina sportiva sempre più amata da popoli e genti diversi.

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