Giulio, divo e giallorosso

573

AndreottiGiulio Andreotti,ultimo grande statista della storia politica italiana, scomparso all’età di 94 anni, è stato anche un grande uomo di sport fin dall’immediato dopoguerra. Fu artefice del salvataggio del CONI, ente destinato allo scioglimento nel 1946 e mantenuto e rilanciato grazie alla sua mediazione che servì a convincere l’allora presidente del consiglio Alcide De Gasperi. Andreotti fu l’uomo di garanzia perché il CIO assegnasse a Roma l’organizzazione dei Giochi Olimpici 1960. Un ruolo che gli fu riconosciuto dal CONI nel 2010 in occasione del cinquantennale di quella Olimpiade, esempio unico di spending review associato a grande successo nella storia dei Giochi a cinque cerchi. “Nessuna Olimpiade è costata meno di Roma 1960, perché non si fecero spese superflue. Quei Giochi mi hanno regalato gioia ed emozioni” sottolineava Andreotti, il quale si era perfino spinto a sostenere la candidatura di Roma all’appuntamento del 2020, poi ritirata per problemi di bilancio dal governo Monti. Appassionato di ippica e frequentatore nei rari momenti liberi delle piste di trotto di Tordivalle e di galoppo alle Capannelle, Andreotti seguì il calcio da tifoso giallorosso ma fu attento anche ai cambiamenti nel mondo del pallone fino a varare la legge 91 del 1981 che regolamentava il professionismo nello sport e di conseguenza il rapporto tra società e calciatori. Di inossidabile fede romanista, il sette volte presidente del consiglio avrebbe telefonato all’inizio dell’estate 1983 ai vertici dell’Inter per convincerli a rinunciare ad avviare la trattativa il trasferimento di Falcao in nerazzurro. Il centrocampista brasiliano, ribattezzato l’ottavo re di Roma e protagonista della conquista del secondo scudetto nella storia del club giallorosso, sarebbe rimasto altri due anni nella capitale prima di tornare nel suo Paese dopo un grave infortunio a un ginocchio.

Andreotti ha avuto il privilegio di festeggiare tutti e tre gli scudetti della Roma, vinti nel 1942, nel 1983 e nel 2001, quello dell’era di Francesco Totti. E la A.S. Roma ricorda il suo supertifoso lodandolo per il coraggio di manifestare la fede giallorossa.

forbes

Da ragazzo seguiva la squadra a Campo Testaccio: «Di soldi a quei tempi ce n’erano pochi – ha raccontato Andreotti – ma le due lire per il posto dietro la porta non mancavano mai. Si stava attaccati al terreno di gioco, si viveva la partita come un sogno. Erano momenti di gioia, i giocatori già allora erano idoli». Nel luglio del 2003, in occasione della nascita del Roma Club Montecitorio, gli fu regalata dal presidente di allora, Franco Sensi, una maglia della Roma personalizzata con il numero 9 e la scritta dietro le spalle “Andreotti”. Il capitano Francesco Totti, insieme a Ilary Blasi, nella primavera del 2005, invitò il senatore al ricevimento a Villa Miani prima delle nozze del 19 giugno successivo.

Il capitano giallorosso ha espresso il suo pensiero sul proprio sito web. “Oggi il nostro Paese ha perso un pezzo della sua storia… Giulio Andreotti è stato uno dei personaggi italiani più importanti dell’epoca moderna. Di lui mi porto dietro soprattutto due ricordi: di quando lo conobbi per la prima volta e rimasi impressionato tanto dalla sua serena gentilezza quanto dall’ironia tipica di noi romani – ha spiegato il numero 10 attraverso il proprio blog – e poi del giorno del mio matrimonio con Ilary, con lui presente tra le persone che hanno festeggiato la nostra unione. Giulio Andreotti amava lo sport, il calcio e la Roma – ha concluso Totti -: giallorosso come pochi, sono certo che continuerà a fare il tifo per noi anche dal cielo con la stessa passione di tutta una vita”.

Il CONI attraverso un comunicato a firma del presidente Malagò ha dichiarato un minuto di silenzio da parte del mondo dello sport italiano, per Andreotti. “Lo sport italiano piange la scomparsa del senatore a vita Giulio Andreotti – si legge nel messaggio dell’ente – Il Presidente del Coni, Giovanni Malagò, unitamente al Segretario Generale Roberto Fabbricini, alla Giunta e al Consiglio Nazionale, esprime vivo cordoglio per la scomparsa di un uomo dall’alto profilo culturale, punto di riferimento della vita politica del Paese e appassionato sostenitore del movimento agonistico. Andreotti, in qualità di presidente del comitato organizzatore, contribuì in modo determinante al successo della memorabile edizione dei Giochi Olimpici di Roma 1960, unica edizione estiva disputata in Italia. Il patrimonio di esperienza, competenza e capacità è un’eredità da valorizzare per la crescita dello sport italiano. Il presidente Malagò ha invitato le federazioni sportive nazionali, le discipline sportive associate e gli enti di promozione sportiva a far osservare un minuto di silenzio in occasione di tutte le manifestazioni sportive che si disputeranno in Italia a partire da oggi e per tutta la settimana”.