Quando, il 18 dicembre 2014, in occasione del 237° Consiglio Nazionale del CONI, il presidente Malagò ha ufficializzato la candidatura di Roma ai Giochi Olimpici 2024, ci si è chiesto quale significato potrà assumere questa sfida. Da mafia capitale a Olimpia capitale non è una traslazione agli antipodi ma nella sostanza la trasposizione da una dimensione nefasta e blasfema dei principi etici e morali alla speranza di rivivere la straordinaria esperienza del 1960. Altri tempi e altro sentire allora, crisi di sistema e valori minimali oggi. La candidatura può, anzi a questo punto deve essere il modo per uscirne. Per farlo, come ha detto Malagò, bisogna fare squadra. E il primo a essere sceso in campo, guarda caso, è Papa Francesco, che benedice i Giochi Olimpici oltreTevere da svolgersi l’anno prima del prossimo Giubileo. Un doppio, storico appuntamento per restituire alla capitale onore e dignità. Un decennio per ripulire la città eterna dalle scorie del malaffare, dell’incedenza, del profitto. Negli anni ’50 l’Olimpiade fu l’occasione per cancellare l’obbrobrio delle baracche; nella Roma del 21esimo secolo vanno rimossi i ghetti e ritrovate vivibilità e funzionalità. Ma la quint’essenza della candidatura è nella nuova impostazione voluta dal presidente del CIO, Bach, imperniata sulla extra territorialità. Il che non significa che si possa organizzare l’evento in tutte le città d’Italia. Certamente, però, la Sardegna può essere il sito della vela, considerato che ai Giochi di Pechino le sfide sull’acqua avevano luogo a due ore di volo dalla Capitale cinese. Malagò ha garantito che sarà una candidatura totalmente diversa dal passato: ci sarà spazio per i giovani, con valutazioni e scelte oggettive, innovative. Sarà dato spazio a nuovi elementi, grazie a un processo inesorabilmente trasparente. La candidatura sarà gestita, questo l’augurio, prevalentemente con soldi privati per evitare contestazioni di utilizzo eccessivo di soldi pubblici. Basteranno le buone intenzioni? Di certo occorre un impegno che parte nel 2014 e si proietta al decennio successivo allo svolgimento dei Giochi Olimpici 2024. Lo scempio degli impianti delle Olimpiadi invernali di Torino 2006 è sotto gli occhi di tutti.