(Adnkronos) – "La triplice terapia, contenuta in una singola compressa da assumere quotidianamente", come una terapia antipertensiva, "è assolutamente ben tollerata e proponibile in persone con Hiv perché è efficace nel lungo periodo e con un profilo di tossicità molto contenuto". Così Antonella D'Arminio Monforte, professore Malattie infettive Università degli Studi di Milano, all'Adnkronos Salute riassume i risultati dello studio Icona-Bic in occasione della 17esima edizione di Icar, Italian Conference on Aids and Antiviral Research, in corso a Padova. L'obiettivo principale dello studio, spiega, è stato "analizzare quello che viene definito il fallimento terapeutico, che comprende sia i soggetti che hanno una ripresa della replicazione virale sia quelli che interrompono la terapia per tossicità o intolleranza. Ciò che abbiamo osservato è che, dopo più di 3 anni – quindi a 192 settimane dall'inizio della terapia – la percentuale di soggetti che va incontro a fallimento è veramente molto bassa, sotto il 5%, sia nei naïve sia nei pazienti che hanno effettuato uno switch da undetectable". "Icona – spiega la specialista – è uno studio osservazionale con pazienti con Hiv che non hanno ancora iniziato la terapia antiretrovirale. E' uno studio iniziato nel 1997: da allora ci sono più di 20mila persone arruolate, che iniziano ovviamente la terapia e vengono monitorate nel tempo per tutti gli eventi clinici e tutte le terapie che cambiano. All'interno di questo studio, abbiamo fatto un'analisi specifica sulla popolazione di soggetti che hanno iniziato la terapia con bictegravir/emtricitabina/tenofovir alafenamide (B/F/Taf), sia come prima terapia antiretrovirale (pazienti naïve), sia in quelli che erano già in trattamento e che hanno fatto uno switch con viremia non rilevabile, cioè che cambiavano la terapia per motivi diversi dalla mancanza di efficacia. Lo studio è molto ampio: comprende circa 1.000 pazienti che iniziano la prima terapia da naïve e circa altri 1.500 che iniziano la terapia da 'undetectable'", cioè con carica virare non rilevabile, parametro fondamentale per definire l'efficacia di una terapia. "Siamo arrivati a includere soggetti con oltre 3 anni di terapia antiretrovirale". L'impatto dei risultati dello studio Icona "è importante sia per il clinico che per i pazienti – osserva D'Arminio Monforte – Per il clinico perché si sente confidente nell'iniziare o nel proporre una terapia con bictegravir/ emtricitabina e tenofovir alafenamide, sapendo che ha pochi problemi, pochi casi di fallimento e un profilo di tossicità molto favorevole anche in soggetti più fragili o con patologie concomitanti; per il paziente perché si tratta di una compressa giornaliera, un po' come la terapia per la pressione, quindi una modalità di assunzione semplice che contiene tutti i principi attivi necessari a mantenere il controllo dell'infezione da Hiv. E' infatti un'opzione terapeutica altamente accettabile, efficace e sostenibile nel tempo. La nostra intenzione – conclude – è di proseguire ancora a seguire questi soggetti nel tempo, per andare a valutare l'efficacia e la sicurezza anche nel lunghissimo termine". —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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