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Erika Strambi potrebbe aver incontrato qualcuno prima di morire. La sua auto, una Mini Cooper nera ritrovata in un fossato con le chiavi ancora inserite nel quadro, senza segni evidenti di una manovra brusca o di un'uscita di strada accidentale, lascia sospettare che possa essere stata posizionata lì, di proposito. Un tentativo, forse, di simulare un incidente e depistare le indagini. La Procura di Milano ha aperto un fascicolo per omicidio a carico di ignoti e aspetta i risultati dell'autopsia – attesi forse già lunedì – per stabilire se la donna è stata uccisa. Cinquantatré anni, residente a Milano, si muoveva con le stampelle per un difetto congenito. La sua scomparsa è stata denunciata dal padre la mattina del 7 luglio. Due giorni prima Erika aveva trascorso la serata in un locale karaoke di Segrate. All'una di notte circa aveva salutato gli amici e dopo aver rifiutato un passaggio offerto da un conoscente è salita sulla sua macchina, da sola. Poi si sono perse le tracce. Il cellulare si è spento alle 7 del mattino, probabilmente per la batteria scarica. Durante la notte, le telecamere di sorveglianza hanno rilevato la targa della sua auto di passaggio lungo le strade provinciali dalle parti dell'aeroporto di Linate e il Parco della Muzza, ben lontano da casa sua. È stato un agricoltore a trovare il corpo senza vita di Erika, nelle campagne tra Peschiera Borromeo e Pantigliate, nel Milanese, lo scorso 16 luglio, undici giorni dopo la sua scomparsa. La donna è stata rinvenuta a duecento metri dall'auto, distanza che rende poco probabile l'ipotesi di un malore o di un incidente casuale. Posizionata supina e in un'area isolata e senza segni evidenti di violenza, i carabinieri non escludono che abbia incontrato qualcuno. Secondo i tabulati telefonici non sono state rilevate chiamate tradizionali, ma solo attività di navigazione e utilizzo di app. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)