Cina-Giappone, sale la tensione: parole di Tokyo su Taiwan infiammano Pechino

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(Adnkronos) – Sale la tensione tra Cina e Giappone. Pechino ha convocato l'ambasciatore giapponese per le dichiarazioni su Taiwan della premier Sanae Takaichi, che hanno fatto infuriare il gigante asiatico. Parole considerate "provocatorie" ed "estremamente pericolose" dal ministero degli Esteri Dragone, che vede Taiwan – isola di fatto indipendente e che rivendica la sua democrazia – come una "provincia ribelle" da "riunificare". Da Tokyo ripetono che la posizione del Giappone non è cambiata e insistono sull'importanza di "pace e stabilità" nello Stretto di Taiwan. Per la Repubblica Popolare, Taiwan – con i suoi 23 milioni di abitanti – è parte della Cina e la questione, considerata un "affare interno", è una "linea rossa".   Nei giorni scorsi Takaichi, prima premier donna del Paese del Sol Levante, conservatrice, considerata un falco, ha affermato che un attacco militare a Taiwan da parte della Cina potrebbe rappresentare una "situazione di minaccia alla sopravvivenza" per il Giappone e, ha riferito l'agenzia Kyodo, potrebbe portare Tokyo a ricorrere al suo diritto all'autodifesa. Da allora è stato un crescendo di tensioni. Ieri, riferisce stamani l'agenzia ufficiale cinese Xinhua, il vice ministro degli Esteri cinese, Sun Weidong, ha convocato l'ambasciatore giapponese Kenji Kanasugi per una protesta formale sulle dichiarazioni "sbagliate riguardo la Cina" di Takaichi, sotto accusa a Pechino per quelle parole "contrarie al principio di un'unica Cina", caro al gigante asiatico. La Repubblica Popolare chiede Takaichi ritiri le sue dichiarazioni.  Da Tokyo, riporta la Kyodo, il portavoce del governo, Minoru Kihara, ha insistito sul fatto che il Giappone auspica una "soluzione pacifica" per le questioni relative a Taiwan. Arriva intanto il via libera degli Stati Uniti alla possibile vendita di armi a Taiwan. E' la prima volta che arriva notizia di un'autorizzazione dal ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Il Dipartimento di Stato ha approvato una possibile vendita a Taiwan di ricambi per velivoli militari per un valore complessivo stimato in 330 milioni di dollari, rende noto la Defense Security Cooperation Agency, precisando che Taiwan "aveva chiesto l'acquisto di componenti non standard, pezzi di ricambio" e altri accessori e servizi per F-16, C-130 e il caccia taiwanese Indigenous Defense Fighter. Apprezzamento arriva dal ministero degli Esteri di Taiwan, riporta l'agenzia Cna, per "il continuo impegno degli Stati Uniti a contribuire affinché Taiwan abbia capacità di autodifesa adeguate". Con una manciata di alleati nel mondo, Taipei ha storicamente negli Usa il suo principale sostenitore, pur in assenza di relazioni diplomatiche formali. 
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