Cisgiordania, bulldozer israeliani sradicano centinaia di olivi

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(Adnkronos) –
Centinaia di alberi, soprattutto di olivo, sono stati sradicati in Cisgiordania dai bulldozer israeliani nel villaggio di al Mughayyir, nei pressi della città di Ramallah, alla presenza dell’esercito israeliano come constatato da giornalisti dell’Afp sul posto. Gli olivi, fondamentali sia per l’economia che per la cultura dei territori, sono da decenni al centro di violenti scontri tra agricoltori palestinesi e coloni israeliani. Abdelatif Mohammed Abu Aliya, contadino del villaggio vicino a Ramallah, ha dichiarato di aver perso olivi di oltre 70 anni su circa un ettaro di terra. "Li hanno completamente sradicati e spianati con falsi pretesti", ha detto, spiegando che lui e altri residenti hanno già iniziato a ripiantare gli alberi rimossi. Fotografi dell’Afp hanno documentato scene di terreni rivoltati, ulivi sradicati a terra e diversi bulldozer al lavoro sulle colline che circondano il villaggio: su uno dei mezzi era issata una bandiera israeliana, mentre veicoli militari erano parcheggiati nelle vicinanze. 
"Lo scopo è il controllo e costringere la gente ad andarsene. Questo è solo l’inizio: si estenderà a tutta la Cisgiordania", ha dichiarato Ghassan Abu Aliya, a capo di un’associazione agricola locale. I residenti hanno riferito che i lavori dei bulldozer erano iniziati giovedì; una ong palestinese ha riportato 14 arresti nel villaggio negli ultimi tre giorni. Alla richiesta di commento sull’episodio, l’esercito israeliano (Idf) ha detto all’Afp che stava "verificando la questione"; venerdì aveva reso noto di aver arrestato un uomo di al Mughayyir, accusandolo di essere il responsabile di un attacco terroristico nei dintorni. Il 16 agosto, l’Autorità palestinese aveva riferito di un diciottenne ucciso dal fuoco dell’esercito israeliano nello stesso villaggio. L’esercito ha dichiarato che le sue forze avevano risposto al lancio di pietre da parte di "terroristi", senza però collegare direttamente l’episodio alla morte del giovane. In un video ampiamente diffuso sui media israeliani venerdì, un alto comandante militare fa riferimento all’attacco di al Mughayyir e promette di far "pagare un prezzo pesante a ogni villaggio e a ogni nemico" per le aggressioni contro israeliani. Avi Bluth, comandante supremo delle forze israeliane in Cisgiordania, afferma nello stesso video che i villaggi palestinesi da cui provengono gli aggressori potrebbero essere sottoposti a coprifuoco, assedi e operazioni di "modellamento del terreno" con obiettivi deterrenti. 
L'esercito israeliano ha confermato di aver sradicato ulivi nel villaggio cisgiordano di al Mughayyir nei giorni scorsi, a seguito di un attacco armato nell’area, ma nega che si sia trattato di una punizione collettiva, stando a quanto riferisce il Times of Israel. L'Idf afferma di aver "iniziato un’attività operativa intensificata" nell’area a partire da giovedì, il giorno successivo all’attacco, in cui un israeliano è rimasto lievemente ferito. Secondo i militari, tale attività ha incluso la rimozione della vegetazione in una zona adiacente a un’autostrada "che il terrorista ha usato per fuggire dal luogo dell’attacco". "Il disboscamento è stato richiesto immediatamente per prevenire un pericolo per la vita, causato dall’occultamento dell’area da parte della vegetazione che ostacolava l’identificazione dei movimenti nemici", spiega l’esercito. Le forze armate israeliane aggiungono di condannare i "commenti inappropriati" rivolti a Bluth, dopo che questi aveva lasciato intendere che lo sradicamento degli alberi fosse una punizione collettiva contro il villaggio, affermando che avrebbe "pagato un prezzo pesante" per l’attacco. Il capo del Comando centrale per la Cisgiordania "agisce per considerazioni operative e in conformità con la legge, ponendo al primo posto la sicurezza dello Stato di Israele e dei suoi residenti", dicono, aggiungendo che "qualsiasi altra affermazione è del tutto infondata". Durante una valutazione sul luogo dell’attacco, Bluth avrebbe detto alle truppe "che il corso d’azione necessario richiede di distinguere tra la popolazione civile e i terroristi", e che tale distinzione è volta "a garantire la sicurezza dell’area… minimizzando il più possibile l’interruzione del tessuto di vita della popolazione locale".  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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