(Adnkronos) – Costretto dal pressing del Colle a correggere il tiro, il governo è pronto a modificare alcuni punti del ddl sicurezza al centro di un braccio di ferro in Commissione al Senato, senza stravolgere l'impianto generale. Ma per ora in maggioranza si tengono le carte coperte, rifiatando dopo lo scontro di mercoledì in Commissione Affari costituzionali.
La Lega per ora non sembra infatti voler abbassare il muro, aprendo a nuovi emendamenti al ddl, già approvato a Montecitorio lo scorso 18 settembre. Emendamenti che il governo sarebbe comunque intenzionato a presentare, ma che per ora restano nascosti. Sul tavolo si aspettano modifiche agli articoli che introducono lo stop al divieto di carcere per le detenute madri, per chi ha figli sotto l’anno di età, trasformandolo in facoltà a discrezione del giudice. Una misura che la Lega ha già strenuamente difeso alla Camera, nonostante i mugugni di Forza Italia. Altro punto 'controverso' il divieto all’acquisto delle Sim telefoniche imposto ai migranti che non hanno in tasca il permesso di soggiorno. Ma soprattutto a creare difficoltà sarebbe l'articolo 31 del provvedimento, che amplia i poteri dei servizi segreti, permettendo l'accesso dell'intelligence alle banche dati statali, comprese quelle delle Procure. Per l'articolo 31 non si esclude che si possa intervenire direttamente con lo stralcio del testo, per evitare bocciature dal Quirinale, come temono fonti della stessa maggioranza. "Stiamo andando avanti, martedì si riprende con votazione emendamenti ad art. 11", si limita a dire il presidente della Commissione Affari costituzionali, Alberto Balboni, senatore di Fdi, preferendo parlare del calendario dei lavori in Senato. Lo stesso leader della Lega, Matteo Salvini, dopo la dura nota di ieri che stoppava le modifiche ("Va approvato immediatamente senza perdite di tempo"), preferisce non commentare: "Io mi occupo di trasporti…", replica ai cronisti intercettato in Senato a margine del question time.
Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, spiega all'Adnkronos la linea del governo: ''Avevo parlato di eventuali poche e piccole modifiche di natura sostanzialmente tecnica al testo. Quindi, nulla che possa stravolgere l'impianto del provvedimento e intaccare finalità e spirito del disegno di legge. Lo ripeto – insiste – si tratta sostanzialmente di piccole modifiche di natura prettamente tecnica''. Apre alle modifiche Forza Italia. Il capogruppo Maurizio Gasparri, assicura che una soluzione è a portata di mano e garantisce che a palazzo Madama il disegno di legge sarà cambiato ma senza sottostare all'ostruzionismo delle opposizioni. "Il lungo dibattito alla Camera ha definito un testo ancora migliore di quello, ottimo, predisposto dal governo", spiega Gasparri che promette: ''Al Senato, lo renderemo ancora migliore e non ci faremo bloccare da nessuna manovra ostruzionistica delle sinistre". Ne', rimarca, ''ci faremo intimidire da manifestazioni di piazza che, con toni demagogici e con affermazioni totalmente infondate, vorrebbero impedire il varo di misure utili per garantire l'ordine pubblico". Ma il fuoco cova sotto la cenere e l'opposizione si infila nelle contraddizioni di una maggioranza bloccata da un braccio di ferro sul disegno di legge che a questo punto slitterà al prossimo anno. Il capogruppo Francesco Boccia annuncia che sarà in piazza sabato contro il ddl, mentre il capogruppo in Commissione Affari costituzionali, Andrea Giorgis rileva altre criticità: "Trattare allo stesso modo la resistenza passiva e non violenta e la minaccia o la violenza non occorre essere sofisticati giuristi per avanzare dubbi su legittimità". "Si punta a reprimere e intimidire ogni forma di dissenso ed è dunque pericoloso". Altro punto nel mirino delle opposizione la previsione di estendere l'aggravante a tutti i reati che si commettano nelle immediate vicinanze delle stazioni. "Se la corruzione la consumo in piazza di Spagna sarò sottoposto a una sanzione, se invece lo consumo a Termini sono sottoposto ad altra sanzione…", è sempre Giorgis. I democratici avvertono sui rischi di bocciatura costituzionale del testo. Di "caratteristiche di inadeguatezza tecnica e giuridica che fanno rizzare i capelli in testa parla il capogruppo dem in commissione Giustizia, Alfredo Bazoli-. Almeno sette, otto articoli e forse anche di più, nel momento in cui dovessero andare davanti alla Corte Costituzionale penso la Corte ci metterebbe una mezz'oretta di camera di consiglio per valutarli incostituzionali". —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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