L’occupazione di Gaza City e nuovi insediamenti in Cisgiordania: le mosse di Netanyahu nella guerra Israele-Hamas

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(Adnkronos) – L'inizio della prima fase di occupazione di Gaza City, il nuovo piano di insediamenti in Cisgiordania e la volontà di riprendere i negoziati per liberare gli ostaggi. Israele ha provocato forti reazioni nella comunità internazionale, tra cui la presa di posizione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo gli annunci da parte dei vertici dello Stato ebraico di una serie di operazioni militari nella guerra con Hamas.  Israele ha annunciato di aver avviato la prima fase dell'occupazione di Gaza City, considerata "roccaforte" di Hamas. La portavoce delle Forze di difesa israeliane, Effie Defrin, ha affermato che le Idf hanno avviato la seconda fase dell'operazione Gideon's Chariots a Gaza, lanciata a maggio. "Abbiamo iniziato le operazioni preliminari e le prime fasi dell'attacco a Gaza City e le nostre forze già controllano la periferia della città", ha affermato. Centinaia di palestinesi nei sobborghi di Zeitoun e Sabra si stanno quindi spostando verso la parte nordoccidentale della città, mentre le truppe israeliane hanno cominciato a operare nelle aree di Zeitoun e Jabalia, preparando l'occupazione per la quale verranno richiamati in servizio circa 60mila riservisti. Il Ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha autorizzato ieri l'invasione dopo consultazioni con il Capo di Stato Maggiore, il Tenente Generale Eyal Zamir, e altri alti comandi. Gli obiettivi dell'operazione sono la conquista completa di Gaza City e dei suoi sobborghi, la liberazione degli ostaggi israeliani in mano ad Hamas, lo smantellamento delle capacità militari di Hamas, l'eliminazione della leadership di Hamas e l'istituzione di una zona di sicurezza permanente lungo il confine israeliano. Sono previsti corridoi umanitari e zone di evacuazione civile per facilitare gli aiuti durante l'avanzata delle truppe.  L'Alta commissione di pianificazione dell'Amministrazione civile, un dipartimento del ministero della Difesa israeliana, ha inoltre dato il via libera al contestato progetto in Cisgiordania che prevede la costruzione di circa 3.400 unità abitative nell'aerea nota come E1, tra Gerusalemme Est e l'insediamento di Maale Adumim. Lo ha reso noto l'organizzazione israeliana Peace Now, che aveva un rappresentante presente. L'area, circa 12 chilometri quadrati, è considerata una delle più delicate e costruire qui significherebbe dividere di fatto la Cisgiordania, rendendo più difficile – se non impossibile – la nascita di uno stato palestinese su un territorio collegato. La scorsa settimana, intervenendo sul progetto, il ministro israeliano delle Finanze, Bezalel Smotrich, parlava di "sotterrare l'idea di uno stato palestinese".  "Ho ordinato l'avvio immediato dei negoziati per il rilascio di tutti i nostri ostaggi e la fine della guerra, a condizioni accettabili per Israele", ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu in un video dichiarando di aver approvato i piani militari per "prendere il controllo di Gaza City per sconfiggere Hamas". "Queste due cose, sconfiggere Hamas e rilasciare tutti i nostri ostaggi, vanno di pari passo", ha detto Netanyahu. L'ufficio di Netanyahu ha fatto però sapere, al Times of Israel, che non è in programma "in questa fase" l'invio di una delegazione israeliana in Qatar o in Egitto per colloqui sul cessate il fuoco ed il rilascio degli ostaggi.  L'Italia segue "con profonda preoccupazione" gli sviluppi recenti "relativi alle decisioni assunte dal Governo israeliano in merito alla situazione nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania" e "riafferma con fermezza il proprio impegno a favore della pace, della sicurezza e del rispetto del diritto internazionale", ha dichiarato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. In particolare, prosegue la premier, "la decisione di procedere con l'occupazione di Gaza, in risposta al disumano attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023, costituisce un'ulteriore escalation militare che non potrà che aggravare la già drammatica situazione umanitaria". E' "necessario un impegno collettivo per giungere a un cessate il fuoco e al rilascio degli ostaggi, rafforzando lo sforzo internazionale per assicurare l'assistenza umanitaria che è urgentemente necessaria alla popolazione civile della Striscia", afferma la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, esprimendo preoccupazione per le recenti decisioni del governo israeliano sull'occupazione di Gaza. L'Italia, assicura la premier, "continuerà a sostenere gli sforzi dei mediatori in questa direzione ed è pronta a fare la sua parte in uno scenario post-conflitto". Il governo inoltre "condanna" la decisione israeliana "di autorizzare nuovi insediamenti in Cisgiordania. Tale decisione – spiega ancora Meloni – è contraria al diritto internazionale e rischia di compromettere definitivamente la soluzione dei due Stati e, in generale, una prospettiva politica per giungere a una pace giusta e duratura".  Contro i nuovi insediamenti israeliani in Cisgiordania si è mobilitata gran parte della comunità internazionale, con il vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha firmato una Dichiarazione congiunta con i ministri degli Esteri di altri 20 Paesi e l'Unione Europea, per condannare fermamente la decisione israeliana di procedere con nuovi insediamenti in Cisgiordania chiedendone la revoca immediata. Nella dichiarazione – si legge in una nota della Farnesina – si ribadisce come tale decisione costituisca una violazione del diritto internazionale, minando l'obiettivo comune di garantire sicurezza e prosperità in Medio Oriente. Tajani ha sottolineato al proposito come "questo piano compromette irrimediabilmente la soluzione a due Stati, dividendo il futuro Stato palestinese e limitando l'accesso dei palestinesi a Gerusalemme".  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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