(Adnkronos) – A quanto si apprende, la premier Giorgia Meloni ha incontrato oggi a Parigi la pugile Angela Carini, che ha abbandonato il match contro l'algerina Imane Khelif, squalificata ai mondiali per i livelli troppo alti di testosterone ma ammessa alle Olimpiadi. Il colloquio tra la presidente del Consiglio e l'azzurra che è stata accompagnata dal ministro dello Sport, Andrea Abodi, si è tenuto nell'impianto del judo dove Meloni ha seguito la sfida per l'oro di Alice Bellandi. "So che non mollerai, Angela, e so che un giorno guadagnerai con sforzo e sudore quello che meriti. In una competizione finalmente equa", ha poi scritto la premier postando la foto che la ritrae con l'atleta. "Non era una gara ad armi pari". Così la presidente del Consiglio, in visita a Casa Italia a Parigi, si era espressa sul match in cui Angela Carini si è ritirata (VIDEO). "Su questa materia non sono d'accordo da anni con il Cio. Non ero d'accordo con la scelta del 2021, non sono d'accordo oggi, ringrazio Angela Carini per come si è battuta anche se non siamo riusciti a vederla, abbiamo visto solo dei piccoli flash… Ritirata? Mi dispiace ancora di più questa non era una gara ad armi pari", aveva detto ancora Meloni. "Nel 2021, quando il Cio cambiò il regolamento su questa materia, noi presentammo una mozione per segnalare le conseguenze che questo poteva avere, perché è un fatto che con i livelli di testosterone presenti nel sangue dell'atleta algerina la gara in partenza non sembra equa. C'erano anche profili legati alla sicurezza e penso che bisogna anche fare attenzione nel tentativo di non discriminare, a discriminare, perché sono anni che tento di spiegare che alcune tesi portate all'estremo rischiano di impattare soprattutto sui diritti delle donne", aveva sottolineato la premier. La sfida di oggi, valida per gli ottavi di finale della categoria -66 kg, è durata poco meni di 40 secondi. L'azzurra, dopo un paio di scambi, è tornata al proprio angolo per farsi sistemare il caschetto. Poi, dopo aver scambiato pochi colpi, Carini ha incassato un destro violento ed è tornata di nuovo nel proprio corner scuotendo la testa, per poi farsi sfilare il caschetto e ritirarsi. Dopo l'annuncio del verdetto, Carini non ha risposto al gesto di saluto dell'avversaria, poi in lacrime è crollata a terra in ginocchio, mentre Khelif salutava l'angolo dell'azzurra. "Io non sono nessuno per giudicare questo match. Per me va bene così, io sono salita sul ring, l'ho fatto per mio padre, fino all'ultimo, poi scusatemi ma io ci ho messo tutta me stessa", dice in lacrime Carini ai microfoni della Rai. "Ero salita sul ring per combattere. Non mi sono arresa, ma un pugno mi ha fatto troppo male e ho detto basta", ha spiegato. "Sono stati i colpi a farmi decidere di smettere. Io sono sempre andata oltre le polemiche. Mi sono fermata perché ho sentito un forte dolore al naso. Il secondo colpo l'ho sentito fortissimo, ho capito che se non mi fossi fermata da sola avrei potuto farmi davvero male. Mi sono detta che era meglio essere consapevole, matura. Non mi importa di nulla quando combatto, mi sono fermata per il dolore al naso. Alla fine, mi sono inginocchiata per mio padre", scomparso dopo le Olimpiadi di Tokyo. "Ho detto 'papà scusami, non ce l'ho fatta'", le parole di Carini dopo il breve match. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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