(Adnkronos) – Renzo Arbore commenta oggi, sabato 16 agosto, all'Adnkronos la morte di Pippo Baudo. "È una gravissima perdita per me, che sono stato il suo collega per tanti anni, ed è una gravissima perdita per il mondo della Rai" dice, spiegando che per lui era l'incarnazione di un'idea specifica di servizio pubblico. "Pippo rappresentava la Rai con tutti i suoi programmi: i suoi Sanremo, i suoi 'Fantastico', le sue 'Domenica In'. Incarnava quella Rai artistica con cui collaboravamo entrambi. Avevamo l'ambizione di fare un prodotto che fosse un po' artistico, non soltanto l'ascolto. Non ricordo di aver mai parlato di share con lui; c'era la velleità di fare un programma che piacesse davvero al pubblico". Un'ambizione che si traduceva in una continua scoperta di talenti che "sarebbe lungo elencare". Ma dietro il gigante della televisione, c'era un'amicizia profonda. "Eravamo amici perché avevamo la stessa estrazione", svela Arbore. "Tutti e due avvocati mancati. Tutti e due provinciali, che volevamo sprovincializzarci. Tutti e due siamo andati da Padre Pio". Insomma, "tante cose ci univano". Un legame che sul lavoro si trasformava in un'intesa immediata. "Avevamo un'amicizia professionale, ci bastava uno sguardo per capirci, perché facevamo parte della stessa Rai". Una chiosa che è la sintesi perfetta di un'epoca: "Pippo rappresentava una Tv che adesso non c'è più". —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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