(Adnkronos) – Il simbolo celeste con scritto "Referendum giustizia Vota sì è giusto!" e un decalogo delle “buone ragioni per dire sì alla separazione delle carriere e per una giustizia più giusta, terza e credibile”. L'Unione delle Camere penali italiane (Ucpi) lancia ufficialmente il Comitato per il Sì al referendum sulla riforma costituzionale. All'organismo hanno già aderito altre realtà, tra le quali l’Organismo unitario dell’Avvocatura, l’Unione nazionale delle Camere civili, Nessuno tocchi Caino, la Fondazione Enzo Tortora, i Radicali Italiani, Extrema Ratio, Italiastatodidiritto, Rete Forense, Europa Radicale e altre associazioni. Presidente onorario l'avvocato e professore Tullio Padovani, accademico dei Lincei. Una riforma inevitabile, secondo Francesco Petrelli, presidente del Comitato referendario e dell’Ucpi, per dare davvero attuazione al codice di procedura penale Vassalli: “Se vogliamo avere un codice che funzioni, democratico e liberale – ha affermato – dobbiamo dire si’ a questa riforma come condizione di funzionamento del nostro sistema per una giustizia più giusta ed equilibrata”. “Questa riforma è figlia nostra – ha sottolineato Petrelli – Quel modello da noi depositato al parlamento italiano nel 2017, quando abbiamo raccolto oltre 72mila firme, è stato ripreso prima dai partiti di maggioranza e poi nel ddl costituzionale. E' motivo di orgoglio e forza”. “Come allora eravamo scesi nelle piazze per parlare con i cittadini, così faremo in questa campagna referendaria”, ha proseguito. "Non è una riforma di destra o di sinistra, è figlia dell’Unione”, ha ribadito Beniamino Migliucci, presidente della Fondazione dell’Ucpi aggiungendo: “È una riforma che serve ai cittadini e anche alla magistratura per recuperare l’autorevolezza nel tempo smarrita”.
Rinaldo Romanelli, segretario dell’Ucpi, ha spiegato che dove c'è un codice di procedura penale come il nostro le carriere sono separate tanto che al momento l'Italia rappresenta "un’anomalia mondiale" mentre sul sorteggio per il Csm ha osservato: “Le vicende delle degenerazioni correntizie non sono nate né finite con Palamara; questo è il rimedio a una degenerazione che opprime il Csm e tutti i magistrati. L’obiettivo è restituire libertà e autorevolezza ai magistrati nell’interesse del cittadino per una giustizia trasparente ed equa”. "Il nostro impegno è spiegare ai cittadini la riforma – ha proseguito – vogliamo far comprendere di cosa si tratta e per questo abbiamo elaborato un decalogo con dieci ragioni per il si’ al referendum”. Sull'importanza di far capire ai cittadini cosa significa la riforma ha puntato l'attenzione anche Petrelli: “Questa strada non sarà in discesa – ha detto – Sappiamo che si porrà in atto, inevitabilmente, una polarizzazione; c’è il rischio che si determini un confronto molto forte tra politica e magistratura, tra maggioranza e opposizione. È inevitabile nella politica referendaria”. “Però noi siamo convinti che, all’interno di questa conflittualità, si apra uno spazio di dialogo con i cittadini che credo non sopportino questa radicalizzazione e polarizzazione dei fronti”, ha concluso.
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