(Adnkronos) – Da Taiwan agli Stati Uniti passando per l'Ucraina. Perché torna lo spettro, "l'Ucraina oggi, Taiwan domani". Gli osservatori mettono in guardia da paragoni fra due contesti ben diversi, ma sull'isola c'è chi vede sempre un parallelo tra la democrazia di Taiwan e quella dell'Ucraina e la minaccia che per entrambe arriva dai vicini. E sull'isola in molti credono che la dipendenza globale dai suoi semiconduttori funga da deterrente contro la Cina, che considera Taiwan "una provincia ribelle" da "riunificare". E' il "silicon shield". Ed è Tsmc, il colosso dei chip di Taiwan. Con l'arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca è anche arrivato l'annuncio di investimenti ulteriori per 100 miliardi di dollari negli Stati Uniti da parte di Tsmc (Taiwan Semiconductor Manufacturing Company), che il Presidente è arrivato a definire "l'azienda più potente" al mondo. Un annuncio formalizzato dopo che Trump aveva minacciato dazi con il mirino puntato sull'industria dei semiconduttori di Taiwan, già accusata di aver sottratto agli Usa il business dei chip.
A Taiwan c'è chi teme che ora l'isola perda il suo fiore all'occhiello, l'industria dei semiconduttori, per il pressing politico che arriva dagli Stati Uniti. Da settimane non mancano le critiche per il Partito progressista democratico al potere nell'isola, di fatto indipendente e orgogliosa della sua democrazia. Contro la forza politica ha puntato il dito anche l'ex presidente Ma Ying-jeou, esponente del del Kuomintang, il partito più 'dialogante' con la Cina, che ha accusato il Partito progressista democratico di "vendere Tsmc" a Trump, di pagare "il pizzo". Accuse che fanno eco a quelle che erano già arrivate da Pechino. Tammy Chao, oggi in pensione, ha parlato con la Cnn dei suoi timori per la sicurezza di Taiwan dopo l'annuncio del maxi investimento di Tsmc, facendo un parallelo con l'approccio di Trump di fronte al conflitto in Ucraina, che va avanti da oltre tre anni, innescato dall'invasione russa. Per lei Trump è un "commerciante" che potrebbe usare Taiwan come merce di scambio. E, dice, "Tsmc era la carta migliore di Taiwan". Sono arrivate anche qui le immagini dello scontro del 28 febbraio nello Studio Ovale tra Trump, il suo vice JD Vance e il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Ma c''è anche chi non appare troppo preoccupato. "Chi non paga il pizzo agli Usa?", commenta con la rete americana Fred Lin, attivo nei servizi finanziari. Mentre l'ex presidente Ma scriveva di quella che considera "una crisi che riguarda la sicurezza nazionale", il presidente dell'isola, Lai Ching-te, parlava di "momento storico" nelle relazioni tra Taiwan e Stati Uniti, intervendo durante una conferenza stampa con il numero uno di Tsmc, C.C. Wei, per escludere pressioni di Washington su Taipei sul dossier Tsmc dopo l'annunciato investimento, con pochi dettagli. "Ogni volta che da Tsmc arriva una mossa strategica, Tsmc diventa più forte e più competitiva – affermava Lai, citato dall'agenzia Cna – Al contempo dà anche alle aziende taiwanesi opportunità per la cooperazione internazionale, rendendo Taiwan ancor più forte". Mentre l'accusa mossa dal gigante asiatico a Taipei è di "svendere l'industria dei semiconduttori", di "usarla come mezzo per cercare l'indipendenza facendo affidamento su forze straniere". Pechino, che considera il presidente dell'isola un "pericoloso separatista", non ha mai escluso il ricorso alla forza per la "riunificazione" e ha accusato Taipei di "non vergognarsi di svendere Taiwan, ma di essere orgogliosa di ingraziarsi gli Stati Uniti", che negli anni sono stati tra i più forti sostenitori dell'isola a livello internazionale pur riconoscendo la "politica di un'unica Cina" cara a Pechino. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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