(Adnkronos) – Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha offerto al leader ucraino Volodymyr Zelensky di svolgere un ruolo di mediazione per arrivare a un accordo di pace con la Russia. I due leader si sono incontrati a porte chiuse a margine dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, dove Zelensky ha invitato Erdogan a recarsi in Ucraina. Affermando che la Turchia ha creduto fin dall'inizio che la guerra tra Russia e Ucraina potesse essere risolta attraverso il dialogo, preservando l'integrità territoriale e la sovranità dell'Ucraina, Erdogan ha detto a Zelensky che Ankara sta continuando i suoi sforzi per raggiungere questo obiettivo. Inoltre, riferisce l'ufficio di Erdogan, il presidente turco ha parlato degli sforzi in corso per rilanciare l'Iniziativa per i cereali del Mar Nero e arrivare a un cessate il fuoco che potrebbe aprire la strada alla pace tra Kiev e Mosca. Su 'X', Zelensky ha detto di aver parlato con Erdogan dell'ulteriore sviluppo della partnership strategica. ''Ci siamo concentrati sul progresso del commercio bilaterale, degli investimenti e della cooperazione economica, nonché sul coinvolgimento delle aziende turche nella ricostruzione dell'Ucraina'', ha spiegato, aggiungendo che ''abbiamo anche discusso della Formula di Pace, con particolare attenzione alla libertà di navigazione nel Mar Nero e al ruolo di leadership della Turchia''. Il presidente russo Vladimir Putin è intanto pronto a interagire con i leader degli altri stati membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ma al momento un summit fra Russia, Cina, Stati Uniti, Francia e Regno Unito è irrealistico. Lo ha detto al quotidiano russo Izvestia il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, spiegando che "il presidente è disponibile all'interazione, ma per comprensibili ragioni qualsiasi prospettiva di un simile incontro è attualmente irrealistica". Chi è salito al potere a Kiev "in seguito al colpo di Stato" e "ha dichiarato l'intenzione di vietare la lingua russa come primo atto", "certamente non rappresenta la Crimea, il Donbass o la Novorossiya". A dichiararlo, in un'intervista alla Tass, è stato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. "Proprio come le potenze coloniali non rappresentavano i popoli dell'Africa, dell'Asia e dell'America Latina, coloro che sono saliti al potere in Ucraina in seguito al colpo di Stato hanno dichiarato la loro intenzione di bandire la lingua russa come primo atto, non rappresentando certo la Crimea, il Donbass o la Novorossiya. Questo è il motivo principale per cui l'Occidente non è disposto a fare pressione sulla leadership ucraina per ottenere negoziati equi che rispettino i principi della Carta delle Nazioni Unite. La Carta sottolinea la necessità di rispettare i diritti umani a prescindere da sesso, razza, lingua o religione, ancor prima di affrontare il tema dell'integrità territoriale", ha detto Lavrov. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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