Il suono in lontananza rappresenta quasi un monito per gli escursionisti che, esausti, non vedono la vetta.
“Manca ormai poco” vorrebbe dire il gigantesco campanone che si affaccia sul Lago d’Iseo, “ci siete quasi, il Monte Bronzone è sopra di voi”.
Ancor un piccolo sforzo ed eccoci di fronte a uno scorcio che in pochi si possono permettere: una croce enorme a cui è legato un altrettanto grande battacchio dedicato a San Giovanni XXIII, ma soprattutto un panorama che spazio dalla Presolana all’Adamello passando per il Monte Guglielmo, la Corna Trentapassi e le Torbiere del Sebino.
Citato già dal padre dell’alpinismo inglese John Ball nel suo volume “The Central Alps” pubblicato nel 1864, il picco rappresenta un punto strategico a cavallo fra le provincie di Bergamo e Brescia anche per via della grande presenza di ferro nella zona.
Proprio da questo minerale deriverebbe dialettale “Burun” trasformatosi con il passare del tempo prima in “Burunsù” e poi in “Bronzone”, una testimonianza che l’area era già utilizzata sin dai tempi più antichi.
Sono diversi i percorsi che accompagnano alla destinazione e che consentono agli appassionati di trekking di decidere quale di difficoltà da affrontare a seconda della propria preparazione.
Il percorso che accompagna da Lerano al Monte Bronzone
Un tracciato adatto a tutti è sicuramente il sentiero CAI 701 che dalla chiesetta degli Alpini posizionata in località Lerano (Viadanica, 559 metri) consente di raggiungere senza eccessiva fatica il Bronzone e suonare così la sua celebre campana.
Il primo tratto è probabilmente quello più ripido, attraverso una strada cementata che porta al colle di Cambline prima di immettersi in un’area caratterizzata da una serie di roccoli che svettano sulle sponde del Sebino.
Costeggiando la Corna del Buco, si giunge prima fra le case di Prato Chierico e, superando successivamente Colle di Oregia e Colle di Rolla, ci si immette dopo circa un’ora di camminata verso una strada sterrata che accompagna verso Colle della Rolla.
Lì si prosegue in direzione di colle Dedine e si esce definitivamente dal bosco prendendo il sentiero che accompagna alla “piramide” del Bronzone.
Ci sono due alternative: seguendo il percorso che proviene da Canzanica è possibile aggirare i tratti più aspri e salire alla destinazione con maggior calma; in caso contrario si può imboccare il segnavia numero 5 che, superando alcune rocce, conduce direttamente sul monte.
Dopo circa due ore di cammino e poco meno di ottocento metri di dislivello positivo, è possibile scorgere l’alta croce e comprendere che è arrivato finalmente il momento di “battere il batacchio” come un provetto sacrista.
Insieme a questa esperienza più unica che rara è possibile vedere da lontano anche le sommità di Montisola oltre a una serie di vette che dominano la nostra provincia come il Cornone di Blumone, il Pizzo Coca e il Pizzo Redorta.