Il calendario asimmetrico ripropone alla terza giornata del girone di ritorno Lazio-Atalanta che, all’andata, si era giocata il 23 ottobre alla decima giornata. Quella partita la si ricorda come di una grande lezione di Sarri che a Bergamo con la sua Lazio, non solo vinse 2-0 con gol di Zaccagni e Felipe Anderson, ma per tutti i 93’ minuti fu un inno al gioco del calcio. La Lazio annichilì l’Atalanta che di tiri in porta non ne fece manco uno. Per ironia della sorte, in quella partita Muriel fu espulso per doppia ammonizione. Stavolta è fuori perché deve scontare la squalifica a seguito dell’espulsione di sabato scorso per essersi “complimentato” con l’arbitro al 90’ lasciando la sua squadra in nove.
Gasperini dopo la partita persa con la Lazio ebbe a dire che “la partita può essere molto importante, perché può farci crescere. Forse non avevamo ancora trovato una squadra del livello della Lazio“. Questa sera (sabato 11 febbraio ore 20,45) a Roma la Dea può dimostrare se ha alzato il proprio indice di qualità. Di fatto i nerazzurri arrivano da un paio di partite non troppo brillanti: quella con l’Inter in Coppa Italia, persa per rinuncia; e quella contro il Sassuolo, dove ha dovuto giocare in dieci per un’ora subendo un gol da Laurienté. In entrambe le partite l’attacco – mirabolante nel mese di gennaio – è rimasto a secco.
Rispetto alle settimane precedenti Gasperini recupera Zappacosta e Palomino; non avrà Maehle e Muriel per squalifica e tra i convocati manca anche Pasalic.
Dopo le polemiche, seguite all’espulsione di Maehle, reo (secondo il Var) di essere entrato a gamba tesa sul polpaccio di Berardi, la scelta arbitrale è caduta sul migliore in assoluto: ad arbitrare la gara tra Lazio e Atalanta, infatti, sarà Orsato.
Ma permettete un rilievo alla società. Evocare i fantasmi dell’anno precedente, insinuare dubbi su trappole e complotti non fa onore. Gli attaccanti sbagliano gol a porta vuota; i difensori perdono duelli in area con i rivali; i centrocampisti perdono palle sanguinose a centrocampo; gli arbitri prendono abbagli. Ci sta. Per cultura sportiva i verdetti vanno saputi accettare. Altrimenti anziché piangere in questo modo sarebbe meglio dare alle società la possibilità di denunciare. Chi sa, parli. Se vi sono dei fatti oggettivi, allora si denuncino questi fatti alle autorità competenti, che indagheranno sull’accaduto e potranno prendere i giusti provvedimenti. Altrimenti rimettiamo la palla al centro e continuiamo a giocare con gioia.