Sconcerto e preoccupazione. Sono i sentimenti che aleggiano a Bergamo, la piazza calcistica più colpita dall’onda anomala del calcioscommesse. Uno tsunami che arriva dall’estremo oriente e investe per la seconda volta, in modo più duro e impattante, il mondo del pallone schiaffeggiando le passioni più autentiche e colpendo i protagonisti del gioco del calcio. La relazione del gip di Cremona (nella foto) è lapidaria: “Il quadro che scaturisce da questa seconda parte delle indagini – si legge – non è quello di una semplice disonestà a livello locale da parte di giocatori e di allenatori bensì quello dell’operatività di una rete a livello internazionale, facilitata dalla “globalizzazione” delle scommesse tramite internet, ed in grado di agganciare i giocatori infedeli disposti a truccare le partite e rendere concreto il loro desiderio di facili guadagni”.
Un disegno criminoso internazionale che attinge direttamente sul campo e alimenta scommesse vertiginose. Così presentato, il secondo filone dell’inchiesta che muove dalla procura di Cremona disegna uno scenario di disonestà diffusa. “Con danno nei confronti delle squadre e nei confronti dei tifosi oltre che nei confronti dei normali scommettitori”. E le squadre, tutte quelle chiamate in causa, si sentono vittime e potrebbero rispondere pesantemente in base al principio di responsabilità oggettiva. Quello dell’Atalanta è un ambiente scosso, come lascia trapelare l’allenatore Stefano Colantuono in occasione della prima conferenza stampa dopo l’arresto di Cristiano Doni. Ma – garantisce il tecnico nerazzurro – la squadra farà il suo dovere fino in fondo. Squadra che ha trovato motivazioni tali da annullare con i brillanti risultati sul campo i 6 punti di penalizzazione comminati ad inizio stagione, ma che dopo le ultime vicende dovrà trovare la necessaria concentrazione per liberarsi dalla sconforto. La gara casalinga con il Cesena, recupero della prima giornata di campionato, serve a capire se l’Atalanta sarà in grado di superare lo choc. Pierpaolo Marino, direttore area tecnica del club nerazzurro, definisce il provvedimento grave che ha portato all’arresto del capitano atalantino Cristiano Doni, ribadendo che la società, sicura della propria onorabilità, ripone massima fiducia nei magistrati e attende che la giustizia faccia il proprio corso.
L’Albinoleffe, in merito a presunte indagini che riguarderebbero la compagine societaria ed un supposto “controllo occulto” da parte di soggetti localizzati nel territorio di Singapore. definisce tali gravissime illazioni del tutto false e destituite di ogni fondamento. Lo fa di suo pugno con una nota il presidente della società seriana, Gianfranco Andreoletti, sottolineando come il club
abbia sempre operato con trasparenza e assoluta correttezza.