Federica Sorrentino
Ilaria Galbusera, capitana della nazionale
pallavolo sorde, come tutti gli atleti ha riposto
momentaneamente la divisa di gioco in armadio e,
quando non impegnata nel suo lavoro di bancaria,
si tiene in forma con esercizi tra le mura
domestiche. Affetta da sordità congenita, Ilaria
incontra in questo periodo le difficoltà logistiche a
leggere il labiale delle persone obbligate a
indossare la mascherina.
Ilaria, come si supera il problema della
mascherina sul volto di chi si ha di fronte?
Le mascherine, da quando sono state introdotte e
rese obbligatorie in Lombardia, sono state un
problema per la comunicazione delle persone
sorde. La maggior parte di loro ha una
comunicazione basata sulla lettura labiale e
quindi la mascherina va a coprire labbra ed
espressioni. Tutto ciò ha scatenato diverse
reazioni, arrivando a limitare le uscite.
Va a toccare la nostra indipendenza che abbiamo
conquistato con il tempo. Sono state introdotte
mascherine trasparenti che hanno destato grande
stupore e sono stati tanti a rendersi volontari
nella loro produzione.
Dal Ministero della Sanità non è stata però
rilasciata alcuna autorizzazione e nessuna
conferma che queste mascherine siano conformi e
in grado di proteggere dal virus.
È una mascherina che può essere inclusiva non
solo per le persone sorde, ma per tutti, perché
sarebbe bello vedere un sorriso in un momento di
tristezza.
Ancora una volta si scopre che i rudimenti della
lingua dei segni tornerebbero utili a tutti. È così?
Non tutte le persone sorde conoscono la lingua dei
segni. Io sono bilingue, in casa mi hanno parlato in
italiano e con la lingua dei segni; dipende dal
background familiare. Sarebbe utile poter dare
anche solo un insegnamento base.
Come hai organizzato le tue giornate durante il
lockdown?
Sto lavorando in smart working. Per il resto prendo
sole, leggo libri e faccio cose che avevo messo da
parte.
La stagione del volley è finita e non si sa quando
sarà possibile tornare ad allenarsi. Hai
percezione di come tornare a stare insieme in
palestra e sotto rete?
Una volta finita l’emergenza sarà bello e
liberatorio tornare ad allenarsi. Mi sta mancando il
contatto con la palla e divertirmi con le mie
compagne. Questo periodo ci sta facendo capire
quanto siano importanti le piccole cose, come
quanto sia importante andare in palestra, allenarsi
e sacrificarsi per la palla. È una lezione che stiamo
imparando tutti.