di Giambattista Gherardi
Un’arte marziale particolarmente articolata, ma soprattutto un metodo di difesa e combattimento specializzato nella lotta a terra. Il jiu-jitsu brasiliano (BJJ) ha un nuovo importante alfiere nel bergamasco Matteo Brignoli, 25 anni di Peia, che negli ultimi mesi ha scalato le gerarchie mondiali arrivando lo scorso 12 novembre a conquistare il bronzo iridato alle competizioni mondiali organizzate ad Abu Dhabi dall’AJP Federation.
Una prestazione che ha coronato un palmares di grande spessore impreziosito ai massimi livelli anche dal doppio oro (categoria ed open class) conquistato un anno fa al Dublin International Open in Irlanda. “Ho iniziato con le arti marziali sin da bambino – spiega Matteo – praticando judo negli anni della scuola primaria. Si trattava di attività agonistiche di carattere provinciale e regionale anche se ancora ricordo l’emozione di una trasferta che mi vide gareggiare a Genova. Successivamente ho praticato calcio per un paio d’anni prima di ritornare al judo e in particolare al jiu-jitsu brasiliano che ne è una derivazione”.

Oltre un secolo fa questa disciplina prese piede codificando in un nuovo sport la parte che nel judo prevede la lotta a terra. “A caratterizzare il jiu-jitsu brasiliano – spiega Matteo – sono le tecniche di pressione e blocco a terra dell’avversario con leve, chiavi articolari e strangolamenti che coinvolgono ogni parte del corpo per finalizzare l’avversario, cioè portarlo alla resa, esaltando gli aspetti tecnici rispetto a quelli di mera forza fisica”.
Matteo ha avvicinato questa arte marziale circa quattro anni fa, con allenamenti specifici in una palestra di Bergamo. “La laurea triennale conseguita all’Università di Ingegneria Meccanica a Bergamo e la successiva specializzazione nell’automotive nell’ateneo di Brescia – aggiunge – hanno richiesto tempo e attenzione così come l’impegno lavorativo nei fine settimana nel settore ricerca e sviluppo di Brembo. Il jiu-jitsu è però rimasto al centro dei miei interessi ed ho per questo intrapreso un viaggio negli States, per verificare il possibile accesso all’Academy AOJ (Art of Jiu Jitsu) in Califonia. Qui ho conosciuto Alessandro Borgonovo cintura nera della specialità, allenato dai fratelli Mendes (mostri sacri della specialità). Al suo rientro in Italia è diventato il mio maestro e allenatore e nell’attività agonistica ho avuto importanti benefici”.

Matteo come detto è cintura viola e combatte nella categoria 70 kg. in Italia e all’estero dove le federazioni che vanno per la maggiore sono la IBJJF e la AJP. Nel 2025 in due distinte prove dell’Europeo si è classificato fra i primi otto in graduatoria, su 120 iscritti, perdendo solo all’ultimo il combattimento per arrivare al podio. A Dublino il menzionato doppio oro, conquistato sia nella categoria di peso 70 kg. che in quella “open class” che mette di fronte gli atleti senza limiti di peso. Ora il bronzo mondiale ad Abu Dhabi apre le porte ai sogni e alla consapevolezza di poter ulteriormente osare. Il bello per Matteo Brignoli deve ancora venire.













