Milan gioca una partita e vince su due fronti

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Come si fa a giocare una partita e vincere sul fronte europeo e quello del campionato? Chiedere al Milan che strapazza l’Arsenal con un sonante 4-0 nell’andata degli ottavi di Champions League e resta al comando della classifica in serie A per una lunghezza davanti alla Juventus che non va oltre il pareggio a reti bianche contro il Parma di Donadoni al termine di un confronto acceso e ricco di polemiche. A San Siro è la serata di Robinho, che dopo il gol d’apertura di Boateng si scatena e tra la fine del primo tempo e l’inizio della ripresa segna una fantastica doppietta, completata poi dal calcio di rigore procurato e trasformato da Ibrahimovic, che ariva a 249 reti da professionista. Si potrebbe parlare di partita perfetta del Milan, che interpreta nel modo giusto il match annullando l’Arsenal nelle cui file Henry disputa l’ultima gara prima del ritorno negli Stati Uniti. Occorre dire che anche Abbiati contribuisce al successo largo esibendosi in due difficili parate su tiri di Van Persie. La formula scelta da Allegri, con Boateng trequartista alle spalle di Ibrahimovic e Robinho, con Nocerino, Van Bommel e Seedorf a centricampo, si rivela vincente e regala spettacolo. Nel finale c’è spazio anche per Pato che prima del triplice fischio spreca un’azione di contropiede, tirando invece di servire Ibrahimovic davanti alla porta dell’Arsenal. Surclassati nel punteggio, i sostenitori inglesi si fanno apprezzare per i cori di saluto e ringraziamento rivolti a Henry.

I rossoneri entrano in campo già sicuri di aver conservato il comando in campionato per effetto dello 0-0 tra Parma e Juventus, prima delle due gare di recupero dei bianconeri (l’altra a Bologna). Un pareggio carico di tensioni e polemiche, perché la squadra di Antonio Conte reclama la mancata assegnazione di un calcio di rigore al 94’ per fallo evidente su Pirlo da parte dell’arbitro bergamasco Mazzoleni, il quale nel corso della partita nega il penalty all’una e all’altra squadra per falli subiti da Giovinco e Giaccherini. Due schieramenti speculari a Parma. Il 3-5-2 di Donadoni vede come terminali Giovinco e Floccari. Quello bianconero vede sulla linea di centrocampo Lichtsteiner, Vidal, Pirlo, Marchisio e Estigarribia (avvicendato da Giaccherini da metà ripresa), in attacco Vucinic e Matri, poi sostituito da Quagliarella sempre a metà ripresa, mentre Del Piero resta in panchina. L’attacco juventino non brilla, perché Vucinic ha le polveri bagnate e Matri, così come Quagliarella, non sono in periodo positivo. Eppure il Parma gioca in copertura. Gli episodi salienti sono concentrati nella ripresa. Giaccherini entra e viene steso da Biabiany in area parmense. Sul fronte opposto uno spunto di Giovinco nei 16 metri della Juventus viene fermato da Barzagli da tergo. L’arbitro Mazzoleni arbitra la par condicio e sorvola in entrambe le circostanze. Dopo due occasioni per Pirlo, su punizione e tiro da lontano, e Giaccherini che spare sul portiere Pavarini, negli ultimi secondi Pirlo davanti alla porta avversaria viene toccato dal difensore parmense Santacroce. Arbitro inamovibile e cosa velenosa.

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Nell’altra gara di recupero l’Atalanta condanna il Genoa all’ennesima battuta d’arresto lontano dallo stadio Marassi. Decisivo il gol al 33’ della ripresa messo a segno da Marilungo. La squadra di Colantuono conquista la prima vittoria del 2012 e si porta a +9 sulla terz’ultima e prosegue nel cammino verso la salvezza con l’aggravio dei sei punti di penalizzazione, senza i quali lotterebbe per la qualificazione alla Europa League. Dopo i quattro gol subiti a Catania, il Genoa capitola a Bergamo e paga l’atteggiamento troppo rinunciatario.