La differenza tra giocare alla pari e vincere. Sembra un dettaglio, una questione di punti, ma in realtà è quello che permette di fare il salto di qualità. Andrea Arnaboldi deve ancora compiere il progresso che gli permetta di vincere partite come quella contro Bjorn Phau. La buona notizia è che il canturino ha giocato alla pari contro un avversario più esperto e meglio piazzato di lui. Quella cattiva è che non si è mai avuta la sensazione che potesse sovvertire il pronostico. E’ finita 6-4 6-3 per il tedesco, con l’italiano che ha avuto una piccola chance quando si è trovato 4-4 nel primo set e 0-30 sul servizio di Phau. Lì ha perso quattro punti consecutivi e poi ha ceduto il servizio (volèe in rete sul setpoint). Nel secondo set, il break decisivo è arrivato al quarto game. Arnaboldi ha giocato bene, con l’atteggiamento giusto, ma il suo avversario era superiore. I turni di servizio di Phau filavano via rapidi, mentre Arnaboldi faceva una gran fatica a tenere i suoi. Oltre alla maggior esperienza, Phau sta anche attraversando un momento migliore. In gennaio si è qualificato per l’Australian Open e poi ha vinto il ricco challenger di Heilbronn, riavvicinandosi ai top 100. In fondo si tratta di un giocatore che Andre Agassi, dopo averci perso a Dubai, definì “Il più veloce che ho mai affrontato”. Lo strepitoso rovescio a una mano di Phau ha disinnescato il disegno tattico del mancino Arnaboldi, che ama comandare lo scambio con il dritto incrociato e martellare l’avversario sul rovescio.
Il 32enne di madre tedesca e padre indonesiano entra prepotentemente di diritto tra i favoriti per la vittoria finale, soprattutto dopo che il torneo ha visto cadere nei primi turni, una dopo l’altra, le prime quattro teste di serie. Zemlja, Jaziri e Klizan hanno perso all’esordio, mentre il secondo round è stato fatale a Go Soeda. Il giapponese allenato da Davide Sanguinetti ha perso a sorpresa contro il bielorusso Uladzimir Ignatik, accompagnato a Bergamo da mamma coach Snegana. Rispetto allo scorso anno (quando si arrese nei quarti ad Andreas Seppi), Ignatik viene molto più spesso a rete. I suoi schemi hanno messo in difficoltà Soeda, che ha improvvisamente sentito le fatiche della Davis e del lungo viaggio per arrivare in Italia. Nel primo set non è praticamente sceso in campo. Mentre Sanguinetti prendeva appunti a getto continuo, Soeda ha provato a riordinare le idee nel secondo set. Ha conquistato una palla break che avrebbe potuto rovesciare l’inerzia della partita, ma persa l’occasione è andata via anche la fiducia. Un break all’undicesimo game gli è stato fatale e ha sancito il 6-1 7-5 finale. Ignatik è sempre a caccia di un salto di qualità. Dopo essere stato numero 1 del mondo tra gli Under 18, il bielorusso è arrivato con agio intorno alla 200esima posizione ma lì si è bloccato. Mantiene lo stesso livello da 3 anni, e avrebbe bisogno di un buon risultato per dare linfa a una carriera che non sta rispettando le attese. Da junior aveva vinto il Roland Garros e raggiunto la finale a Wimbledon. Quei risultati gli avevano anche conferito una certa popolarità, tanto che i St. Louis Aces, team che gioca nel World Team Tennis (una specie di Serie A americana) aveva deciso di ingaggiarlo. Ma la sua carriera stenta a decollare: ha vinto un paio di challenger minori (Toyota nel 2010 e Guangzhou nel 2011) ed è piuttosto continuo, ma non riesce ad emergere. Un risultato importante a Bergamo potrebbe essere la svolta che cercava.
Benjamin Becker ha battuto molto nettamente Amer Delic, eroe della Davis bosniaca nello scorso weekend. Becker ha sfoderato una prestazione perfetta, degna di un top 50. Perfetto al servizio e molto più incisivo nello scambio da fondo, ha lasciato appena 3 giochi a un avversario che le ha provate tutte ma non aveva armi per contrastarlo. Becker ha impressionato soprattutto sul piano della concentrazione, giocando con grande intensità tutti i punti. Nei quarti se la vedrà con Ignatik
Il giocatore più fortunato del torneo è certamente il belga Maxime Authom. Aveva perso nelle qualificazioni contro Marius Copil, poi il rumeno è andato fuori al primo turno mentre lui è già nei quarti. Negli ottavi ha superato Dusan Lajovic in tre set, mostrando un tennis muscolare, un filo costruito, ma piuttosto efficace, in particolare con il dritto in direzione anomala. Non è più giovanissimo (compirà 25 anni a marzo), ma gioca a certi livelli solo dall’anno scorso, quando ha scalato quasi 600 posizioni. E’ la prima volta che raggiunge i quarti di finale di un torneo challenger su uno superficie diversa dalla terra battuta.
Il programma di venerdì prevede prima le semifinali del doppio, poi dalle 14.30 in poi si giocheranno tutti i quarti di finale. Attesa soprattutto per Zopp-Kudryavtsev, sfida tra due “bombardieri” capaci di offrire un grande spettacolo. La sessione serale è stata riservata ad Arnaud Clement, che proverà a far valere la sua esperienza contro Konstantin Kravchuk. L’ingresso al pubblico sarà gratuito per tutta la durata del torneo.
TROFEO LAME PERREL – FAIP (42.500€, Play-It)
Secondo Turno Singolare
Uladzimir Ignatik (Blr) b. Go Soeda (Gia) 6-1 7-5
Maxime Authom (Bel) b. Dusan Lajovic (Srb) 3-6 6-3 6-2
Bjorn Phau (Ger) b. Andrea Arnaboldi (Ita) 6-4 6-3
Benjamin Becker (Ger) b. Amer Delic (Bih) 6-2 6-1