Alessio Di Chirico: sempre, ovunque, contro chiunque. Vita di un fighter di MMA

In libreria dal 16 maggio.

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Cosa significa entrare in un ring circondato da una rete, in una «gabbia», con solo un paio di guantini sulle mani, per affrontare un avversario? Perché, da quando è nato l’uomo, alcuni sentono il bisogno di battersi? Cosa cercano tanti ragazzi e ragazze, nella violenza fisica e simbolica di uno sport che non fa sconti a nessuno?

Daniele Manusia cerca di rispondere a queste e ad altre domande che la società oggi si pone, dialogando con Alessio Di Chirico e osservando la parabola di vita e sportiva del terzo atleta italiano entrato nell’élite mondiale delle mixed martial arts, primo a scegliere di rimanere ad allenarsi in Italia, nonostante le difficoltà e la mancanza di sostegno a questa disciplina che trova qui una diffusione capillare ma quasi sotterranea.

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Spesso stigmatizzate per la loro violenza, le Mma sono il più tecnico tra gli sport da combattimento, nate dall’ibridazione di discipline di lunga tradizione come la boxe, la lotta greco-romana e il jiu-jitsu. Alessio Di Chirico le ha scelte per la loro complessità e, decidendo di diventare un fighter, ha abbracciato le continue sfide e domande che questo sport così estremo gli pone, trovando alcune risposte che oggi condivide con i ragazzi che allena.

Le mixed martial arts sono un catalizzatore di persone – soprattutto giovani – che hanno estrazione sociale, vite e storie diverse e che cercano di dare una forma al proprio futuro, dimenticando, all’interno del ring, la marginalità, il senso di esclusione e la rabbia che provano.

Nella sua carriera da professionista in America, Alessio Di Chirico ha conosciuto una realtà fatta di apparenze, di spettacolarità più che di disciplina sportiva. È sempre più evidente, in effetti, come questo sport venga usato negli USA per reclutare ragazzi anche giovanissimi nelle file dell’estrema destra.

In Italia invece, l’Mma gode di un sostrato più autentico, più partecipato. Ed è su questo che si fonda l’esperienza umana e sportiva di Alessio Di Chirico.

Ma quando è iniziato tutto? L’infanzia in un quartiere popolare, la separazione dei genitori, il nuovo matrimonio della madre e il trasferimento ai Parioli, dove Alessio e il fratello hanno faticato a trovare nuove amicizie. E poi le partite di football, gli allenatori col mito del “rispetto dentro e fuori dal campo”, le prime azzuffate per strada, e, infine, la disciplina e le arti marziali. In questi anni di allenamenti pieni di scivoloni e successi, è cresciuto e maturato il campione e l’uomo.

In una sorta di «romanzo di formazione» Di Chirico affida la propria voce a Daniele Manusia, senza paura di dare spazio al suo lato più autentico e intimo e di svelarsi a ragazzi e ragazze che percorrono strade simili. Perché anche guardarsi dentro, in fondo, è una forma di combattimento.

Alessio di ChiricoLa rabbia non serve, anzi «la rabbia è un’emozione secondaria». Semmai quello che è utile è la paura. «Quando riesci a gestirla e a superarla è potente, diventa un’arma che ti fa rendere al massimo, e anche oltre. Prima di un incontro provo anche paura, come tutti, è la cosa da cui si parte. È grazie alla paura che dimostri di avere coraggio. A volte si confonde il coraggio con l’incoscienza: non sai qual è il rischio e ti butti. Il vero coraggio non è quello. Non c’è coraggio senza paura”.

L’AUTORE – Daniele Manusia ha co-fondato e dirige «l’Ultimo Uomo», rivista digitale dedicata allo sport e alla sua narrazione. Per add editore ha scritto Cantona. Come è diventato leggenda (2013). Con 66thand2nd ha pubblicato Daniele De Rossi o dell’amore reciproco (2020) e Zlatan Ibrahimović, una cosa irripetibile (2021). (Fonte: 66TH-A2ND)