Otto medaglie in nove gare, tra equipaggi improvvisati e sfide al fotofinish: Anna Girotto, atleta della Canottieri San Cristoforo, è tornata dalla European Masters Regatta con un bottino eccezionale e un entusiasmo contagioso. Reduce dall’avventura sul Lago di Bled con la maglia della Nazionale Master, racconta l’intensità di una esperienza vissuta fino in fondo, tra gare in solitaria e barche condivise con amici, avversari e compagni di squadra di tutta Europa. Nell’intervista, anche uno sguardo ai Campionati Italiani Master appena disputati e alla prossima sfida della Silver Skiff.
Otto medaglie in nove gare a Bled: se ti dicessi “impresa”, cosa risponderesti?
“Che mi sono divertita tantissimo. La European Masters Regatta è una competizione importantissima per un atleta master. Offre l’opportunità di confrontarsi con atleti da tutta Europa e di vivere l’esperienza di equipaggi nuovi e stimolanti. Il numero di medaglie che ho portato a casa è sicuramente straordinario, ma ciò che conta di più per me è averle condivise con atleti che sono anche amici. Questo ha reso tutto ancora più significativo“.

C’è una gara tra le nove disputate che ti ha messo più in difficoltà, che ti ha divertito di più o che senti tua più delle altre?
“Ho gareggiato in otto serie, vincendone sette, e ho poi partecipato al Single Trophy, che raccoglie i singolisti più forti di ogni categoria. Nonostante fossi la vincitrice del Trophy 2024 e favorita con il miglior tempo nelle serie, quest’anno ho conquistato l’argento, perdendo l’oro per soli 0,25 secondi, complice una seconda parte di gara rallentata dal vento contrario. Rimane però la soddisfazione di aver battuto, in questa specialità, un’atleta come Christiane Huth, argento olimpico a Pechino e la determinazione a riprendermi quel primo posto il prossimo anno. La gara più emozionante è stata l’8+ mix dell’ultimo giorno, vinto con un equipaggio mai provato prima, a 39 colpi al minuto: una vera battaglia vinta insieme. La più divertente è stata il doppio con Violante Lama della Dibi Rowing, la persona che mi ha riportata in barca dopo 23 anni di stop, e con cui ho una bellissima amicizia“.
La formula degli Europei Master premia solo i vincitori di batteria. Come funziona e quanto pesa questa regola in termini di approccio e strategia?
“Sì, in tutte le gare si premia solo il primo di ogni serie. L’unica eccezione è il Single Trophy, che seleziona i sei migliori singolisti per categoria. Per chi, come me, ama il singolo, è sicuramente la gara più importante. Le serie, invece, sono organizzate in modo omogeneo per età e viene premiato soltanto il vincitore, quindi è fondamentale gestire bene energie e calendario, soprattutto se si ha un programma intenso. Strategia e pianificazione fanno la differenza: ad esempio, il sabato per me è stato il giorno più impegnativo, con 4 gare e 4 vittorie — due in doppio mix (categorie 36-42 e 43-49), una in doppio femminile 43-49 e una nel 4X 50-54. In quest’ultima abbiamo gareggiato con una canottiera di Torino di 70 anni! È stata una sfida bellissima, che ci ha richiesto equilibrio, rispetto reciproco e ascolto, più mentale che fisico“.

Il Lago di Bled è un luogo simbolico per il canottaggio internazionale. Com’è stato gareggiare lì?
“Bled è un posto magico. Ci ero stata l’ultima volta nel 1997, da under 17, con la maglia della nazionale in doppio. Tornarci da master, con una storia diversa e più consapevole, è stato speciale. L’organizzazione è stata impeccabile: abbiamo condiviso un carrello prestato, guidato da master della Bissolati, con barche da Milano, dalla Retica, Bissolati e Idroscalo Club. Un bellissimo esempio di collaborazione tra club, spirito di squadra e sportività. Persino il body per la manifestazione l’abbiamo creato insieme: azzurro Italia, con un motivo tigrato ai lati e realizzato dalla DiBi“.
Sei parte della bella squadra formata da San Cristoforo e CUS Milano. Hai sentito il sostegno dei tuoi compagni?
“Anche se come San Cristoforo / CUS Milano eravamo soltanto in due — Mauro Brambilla e io — il sostegno è stato fortissimo. Le gare erano trasmesse in diretta e ho ricevuto messaggi, video e commenti in tempo reale. Mi sono sentita sostenuta non solo dai compagni, ma anche dal nostro coach Elia Luini, che ci segue con passione, e dal Presidente Sergio Passetti, sempre presente. La forza di un team si sente anche a distanza“.

Cosa ti porti a casa da Bled, oltre alle medaglie?
“Da Bled mi porto a casa un gruppo straordinario, nuove amicizie, la gioia della collaborazione tra atleti di club diversi e l’esperienza di gare internazionali su un campo spettacolare“.
Sei reduce anche dagli Italiani Master di Genova, anche lì hai vissuto altri successi. Com’è andata?
“A Genova ho vinto il titolo italiano in singolo, confermando il risultato dello scorso anno con un buon distacco. Non siamo riuscite a vincere il titolo nel 4X, ma abbiamo conquistato un argento prezioso dietro a una Tiber davvero forte“.
Hai un sogno o una prossima sfida che ti sei già messa in testa dopo questo Europeo?
“Sì, a novembre parteciperò di nuovo alla Silver Skiff, la gara internazionale di fondo sul Po. L’anno scorso ho vinto nella mia categoria, e vorrei ripetermi. In parallelo, mi sto dedicando anche all’indoor rowing, una disciplina che ho riscoperto e che mi appassiona molto“.
L’obiettivo?
“Tornare ai Mondiali a febbraio 2026 e puntare a una medaglia“. (Fonte: Canottieri San Cristoforo)