La squadra di Coppa Davis non è composta soltanto dai cinque giocatori che scendono in campo, ma di un intero staff che prepara e sostiene la Nazionale. Dal capitano al massaggiatore, tutti hanno un ruolo fondamentale, ma forse a spiccare dietro le quinte è il ruolo dello sparring-partner, quel “sesto uomo” chiamato per preparare i colleghi.
Un compito che ti consente di conoscere a fondo quanto accade alle spalle di una formazione e che Samuel Vincent Ruggeri ha imparato a conoscere a Bologna nel corso della fase a gironi che ha visto protagonisti tennisti del calibro di Matteo Berrettini, Flavio Cobolli, Matteo Arnaldi, Simone Bolelli e Andrea Vavassori.
Oltre ad “allenare” i colleghi, il 22enne di Albino ha potuto condividere la tribuna in compagnia del numero 1 della classifica ATP Jannik Sinner entrando a tutti gli effetti a far parte della squadra che va alla caccia dell’Insalatiera, anche se il suo ruolo rimane spesso nascosto.
Com’è stato vedere l’Italia vincere in Coppa Davis direttamente dalla panchina?
E’ stato sicuramente molto bello, una delle emozioni più belle che ho provato nella mia carriera sportiva, anche perché giocava Flavio Cobolli, mio grande amico da quando siamo piccoli. Lui ha vinto il suo match all’ultima giornata con l’Olanda e questo mi ha reso molto fiero.
Com’è il clima all’interno della squadra?
Onestamente l’Italia è una squadra molto affiatata, sia come team che come giocatori in sé. Ci aiutiamo l’un l’altro e siamo molto sereni fuori dal campo, quindi come settimana è stata molto piacevole da trascorrere.
Avete temuto di non farcela dopo la sconfitta di Cobolli con il Belgio ?
Non abbiamo temuto perché eravamo fiduciosi nel doppio. Abbiamo una coppia molto forte, inoltre ci sarebbe stata un’altra sfida, tuttavia eravamo sicuri delle nostre capacità.
Qual è il ruolo dello sparring-partner?
Durante la settimana mi sono praticamente allenato tutti i giorni, allenando gli altri giocatori. Se è vero che i doppisti si preparavano insieme (infatti mi sono allenato solo una volta con loro), con i singolaristi sfruttavamo le giornate non di gara per esercitarci in vista delle prossime sfide.
Come ha vissuto la chiamata di Filippo Volandri?
Sinceramente non sapevo che in Coppa Davis ci fosse questo ruolo, ma quando mi ha chiamato la settimana prima, sono rimasto molto felice e non vedevo l’ora che iniziasse questa avventura.
L’abbiamo vista in panchina fianco a fianco con Jannik Sinner. Ci racconta un po’ chi è l’altoatesino?
E’ la prima volta che ci incontravamo. E’ una persona molto piacevole e solare. Si vede che ci tiene molto a questo sport e alla squadra e, quando abbiamo avuto modo di chiacchierare, devo dire che mi sono trovato molto bene.
Guardando alla sua stagione, è apparsa una scalata continua con tanto di ottavi di finale a San Marino contro Fognini. Come si spiega questa sua ascesa?
Nell’ultimo anno ho rimesso ordine al mio gioco e ho acquisito fiducia, sapendo di poter competere ad alti livelli e questo è una spinta in più per andare oltre.
Nel corso dell’anno si è permesso di battere giocatori del calibro di Pablo Carreno Busta e Richard Gasquet. Pensa di esser maturo per fare il passo verso i grandi?
E’ stato sicuramente un passo fondamentale per arrivarci. Cercherò di sfruttare gli ultimi mesi per conquistare l’accesso alle qualificazioni agli Australian Open e per questo proverò a recuperare quelle 30/40 posizioni che mi consentirebbero di partecipare, oltre ad assestarmi nei primi 150 al mondo.
Nel 2024 vanta anche una semifinale al Challenger di Milano e i quarti al Poznan Open. Qual è stata la partita più bella del suo percorso ?
Probabilmente quella con Carreno Busta perché ho affrontato un ex top ten al mondo giocando molto bene e ottenendo un successo molto emozionante.
La Nazionale ora si appresta ad affrontare la Final 8. Ci sarà anche lei a Malaga?
Sarebbe bello, mi piacerebbe, ma la vedo molto complicata perché non credo ci siano sparring-partner. Credo saranno presenti solo i giocatori della rosa.
Un giorno il posto in Nazionale maggiore potrebbe diventare qualcosa di concreto ?
E’ un obiettivo, però sarà molto difficile perché in Italia ora ci sono molto giocatori di livello e tutti i membri della Nazionale devono essere almeno nelle prime trenta posizioni della classifica ATP. Il giorno che avrò quest’opportunità, sarò molto felice.