Federica Fusco
“Lo sport mi ha spinto verso i miei limiti e mi ha
fatto vivere appieno la mia nuova vita; in lui ho
incontrato me stesso e ho guardato oltre ogni mio
inimmaginabile sogno”.
La storia, per chi non la conoscesse, è quella di un
atleta paralimpico bergamasco, che una crisi
depressiva aveva indotto a un gesto causa di una
disabilità motoria. Privato dell’uso delle gambe, è
ripartito dalla bellezza dei sogni. Determinazione
e passione sono state le leve sulle quali Giordano
si è rimesso in discussione e con coraggio ha
ripreso in mano la propria vita, per darsi una
seconda possibilità legata al mondo dello sport.
Atleta paralimpico nelle discipline sci nordico
seduto e handbike, nel 2013, ha conquistato il
titolo di Campione Italiano di sci nordico, seguito
da diverse gare di Coppa del Mondo fino alla
convocazione nella Nazionale Paralimpica
Italiana, in pista ai Giochi Olimpici di Sochi 2014.
I lunghi allenamenti invernali sugli sci, si sono
alternati stagionalmente alle tre ruote. Proprio
con la sua handbike nel 2014 vince il Giro d’Italia
indossando la Maglia Rosa, bissando il successo
l’anno successivo, quando si è aggiudicato anche il
titolo di Campione Italiano a cronometro.
“Della mia Paralimpiade non è rimasta traccia,
nessuna medaglia al collo, ma l’immensa
soddisfazione di esserci stato – dice Giordano
Tomasoni – Invece di mettere ancora un numero
sulla schiena, mi sono rimesso in gioco, scegliendo
di donare il mio tempo e la mia esperienza di atleta
paralimpico ai disabili avvicinandoli al mondo dello
sport, affinché esso diventi un diritto alla pratica
per tutti, senza esclusione alcuna”.
“Da sempre mi batto affinché lo sport sia alla
portata di tutti, poiché esso racchiude la strada più
breve per prendere coscienza delle potenzialità
fisiche, mentali e comportamentali di ogni soggetto.
Lo sport deve essere il mezzo che abbatte tutte le
barriere, soprattutto quelle dei pregiudizi. Sono
fatto di sogni e un altro, tra i tanti che vorrò
realizzare, è quello di poter rendere adattabile a
tutti i disabili, il bizzarro mezzo con cui mi alleno
quotidianamente: lo ski roll in versione sedia a
rotelle, da me ideato. Un tipo di nordic walking a
spinta mobile accessibile a tutti. Solo allora potrò
sostenere che tutti disabili, nessuno escluso, anche
i meno atletici, potranno liberamente praticare
sport e “movimento all’aperto” in piena autonomia
e su tracciati realmente accessibili”.