Ci sono alcuni appuntamenti che contrassegneranno il futuro prossimo di Bergamo e provincia. Il 2023 sarà l’anno di Bergamo-Brescia capitali della cultura e nel 2026 Milano-Cortina ospiterà le Olimpiadi invernali.
Facile immaginare la ricaduta di questi eventi sul territorio con tutta la complessità che Bergamo dovrà assorbire. L’ACI, nella persona del suo presidente Valerio Bettoni, non perde tempo e ha istituito alcuni tavoli di lavoro per mobilità, turismo e cultura. Un segno preciso che fa uscire l’ACI dalle retrovie. Un’associazione che non vuole essere riconosciuta soltanto per il bollino da incollare sul parabrezza dell’auto, bensì diventare un interlocutore qualificato per portare un contributo significativo al dibattito sulle questioni della città.
“L’Automobile Club di Bergamo – si legge nel comunicato – sta pigiando l’acceleratore su realtà, situazioni, prospettive di due grandi settori del futuro: da una parte la complessa rete della mobilità che è uno dei pilastri portanti di una sezione ad essa strettamente collegata che è il turismo. Questa è la spinta a tridente che ha voluto imprimere il presidente Valerio Bettoni con il direttore Giuseppe Pianura e il Consiglio ACI: a tale scopo sono state create due Commissioni mirate, una della Mobilità cui fa capo l’arch. Felice Sonzogni e l’altra del Turismo e Cultura, con la regia di Roberto Forcella. Negli ultimi mesi sono stati intensificati i lavori, proprio per una valutazione oggettiva da una parte dei progetti e della loro fattibilità in materia di traffico e dall’altra delineare un quadro di iniziative possibili per incentivare il flusso turistico dalla Pianura alle Valli, dai laghi ai monti. Il tutto rientra nella prospettiva di due grandi eventi che riguarderanno direttamente e interesseranno la nostra provincia: il primo è già in calendario nel 2023 con Bergamo-Brescia capitali della Cultura italiana; l’altro è rappresentato dalle Olimpiadi invernali del 2026”.
Valerio Bettoni afferma che “con il suo impegno l’ACI vuole imprimere un’accelerazione nell’elaborare strumenti, piani, direzioni di marcia praticabili, opere che possono realisticamente essere attese per la mobilità, soprattutto su strada e rotaia, e un panorama di idee, proposte, itinerari e sollecitazioni a uso di quanti arriveranno o transiteranno da Bergamo, tenendo presente anche il movimento da punte-primato dell’aeroporto di Orio. L’ACI di Bergamo non intende fare concorrenza a nessuno né esercitare ingerenze di sorta. Piuttosto – sottolinea con forza Valerio Bettoni – vuole offrire contributi che sente come doverosi con l’apporto di personalità di qualificata e qualificante esperienza per ottenere il massimo possibile dalle opportunità che ci toccano. Abbiamo trovato pronta e ampia disponibilità da parte di personalità di vari mondi: stiamo lavorando intensamente per far convergere poi quanto metteremo a punto ai diretti, vari tavoli istituzionali con i quali cerchiamo sinergie”.
Sei mesi fa l’ACI ha presentato un documento sullo stato di avanzamento delle infrastrutture di mobilità, poi sottoposto all’esame di vari ambiti istituzionali, sindaci in testa. “Questa ricognizione – osserva dal canto suo Giuseppe Pianura – è stata presa come base dalle ACI della Lombardia e dal comitato ad hoc con esperti e tecnici di prestigio come bussola di riferimento proprio in vista delle Olimpiadi del 2026: segno che si è lavorato con criteri che hanno poi ottenuto un significativo riconoscimento qualitativo. Va detto che il tempo sta confermando la modesta portata dei nuovi cantieri e il ridottissimo trasferimento di quote di mobilità dalla gomma al ferro, addirittura nulle per quanto riguarda le merci. L’ACI si è premurata di trasmettere alle istituzioni le preoccupazioni emerse per evidenziare le relative conseguenze”.
L’arch. Sonzogni, che si occupa di mobilità da sempre, ha le idee chiare su ciò che servirebbe soprattutto, e con una certa urgenza, per la viabilità nella città-capoluogo e nella provincia bergamasca. Lo articola in 3 punti: “In primo luogo si tratta di intervenire sul miglioramento funzionale delle reti infrastrutturali esistenti con interventi puntuali su nodi critici: incroci, svincoli, corsie, sovrappassi e sottopassi. Poi occorre introdurre sistemi tecnologici di monitoraggio per offrire informazioni puntuali e istantanee sulle condizioni di traffico, proporre e suggerire itinerari alternativi, governare e regolamentare i flussi di traffico con sistemi unificati e centralizzati. Infine occorre attivare sperimentazioni innovative nelle modalità di trasporto per rispondere alla crescente esigenza di micro-mobilità. Essendosi profondamente frammentata l’esigenza di mobilità, è necessario rispondere anche sul fronte del trasporto pubblico con l’introduzione di veicoli molto più piccoli e diffusi in sostituzione degli attuali autobus di linea, soprattutto nelle direttrici secondarie. Questo comporta una riorganizzazione radicale del modello di intermodalità e di interscambio tra i vari sistemi di trasporto”.
ACI Bergamo si sforza di affrontare l’insieme delle esigenze di mobilità. Sonzogni sottolinea che “non esiste competizione tra trasporto pubblico e mezzo individuale, privato o pubblico che sia. Certo l’evoluzione dell’automobile nella nuova configurazione ecologica, con i supporti tecnologici della guida autonoma, non consente più l’approccio esistente fino a 10 anni fa. Le valutazioni – oggi – devono viaggiare in un’altra direzione. Nel futuro infatti avremo sempre meno risorse per realizzare nuove infrastrutture e questo comporterà il potenziamento del trasporto pubblico, con trasferimento di quote di mobilità dalla gomma al ferro, sia delle persone che delle merci. È il solo modo per garantire un miglior funzionamento delle infrastrutture esistenti, considerando in parallelo le esigenze di mobilità di coloro che non possono usufruire di trasporto pubblico adeguato. Quindi non solo non c’è competizione: al contrario, c’è alleanza”.