Un pilota di nome Ayrton

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1989:  Portrait of Ayrton Senna of Brazil in his McLaren Honda before the Hungarian Grand Prix at the Hungaroring circuit in Budapest, Hungary. Senna finished in second place.  Mandatory Credit: Pascal  Rondeau/AllsportEra il primo maggio 1994 e sul circuito automobilistico di Imola perdeva la vita Ayrton Senna, tre volte campione di Formula 1 nel 1988,1990 e 1991, tra i più grandi piloti di sempre. Si correva il Gran Premio di San Marino e Senna, a causa della rottura improvvisa del piantone dello sterzo, si schiantò contro il muretto del Tamburello. Un urto terribile, che fece rimbalzare la sua vettura in pista. Chi era davanti alla tv intuì che si stava preparando il dramma. Estratto ancora vivo dall’abitacolo, ma in condizioni disperate, morì alle 18:40 di quella stessa, funesta domenica di venti anni fa. Proprio sul circuito di Imola si è deciso di ricordare Ayrton Senna, pilota brasiliano di San Paolo il cui mito non è mai tramontato. A lui è intitolata la fondazione che la sorella Viviane porta avanti per aiutare bambini e adolescenti brasiliani che vivono in povertà. A rendergli omaggio tutto il mondo dell’automobilismo sportivo e quelli che hanno fatto la storia della formula uno: dall’eterno rivela Prost al suo grande amico Berger e a Mansell, con cui pure duellò a lungo.

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Migliaia di appassionati annunciati all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola per il Tributo ad Ayrton Senna, uomo e campione, non senza dimenticare che il giorno prima di quella sfortunata corsa, durante le qualifiche, un altro pilota, il giovane Roland Ratzenberger, aveva perso la vita. Quella domenica di vent’anni fa sul gradino più alto del podio finì Michael Schumacher, che avrebbe voluto certamente esserci per onorare il grande avversario. Il destino non lo ha permesso. L’incidente di Senna segnò lo squartiacque tra la vecchia concezione della formula uno e quella attuale, sviluppatasi e caratterizzata, com’è giusto, dall’imperativo della sicurezza. Il sacrificio del pilota brasiliano avrebbe potuto essere evitato se tutti avessero preso coscienza dei limiti strutturali delle monoposto di allora e della necessità di garantire una maggiore protezione all’abitacolo in modo passivo, così come impiegare soluzioni tecnologiche che impedissero cedimenti meccanici come quello capitato al Tamburello in quella tragica domenica.

 

All’interno del circuito di Imola è stata allestita una mostra dedicata alle vetture e agli oggetti legati alla vita di Senna: alcune delle monoposto guidate in carriera da Senna, come la Van Diemen 1.6 con cui Senna esordì in Formula Ford nel 1981 e la Van Diemen 2.0 del 1982; la Ralt-Toyota RT3 Formula 3 del 1983 con cui vinse il campionato britannico di Formula 3, la Mercedes 190 E 16V con cui vinse la gara inaugurale sul nuovo circuito del Nürburgring. Delle vetture di Formula 1 guidate da Senna sono state scelte saranno la Lotus 98T del 1986, la McLaren MP4/4 con cui Senna vinse il primo titolo mondiale, nel 1988, e la McLaren MP4/6 del 1991 con cui Senna vinse il terzo titolo mondiale, la McLaren MP4/8 del 1993 e la Williams FW14 del 1994. Tra gli oggetti appartenuti al campione brasiliano esposti diverse tute e caschi, tra cui quelli della prima vittoria del Gran Premio del Portogallo nel 1985 e del GP di Australia del 1993, rispettivamente il primo e l’ultimo utilizzati nei suoi 41 GP vinti, e inoltre guanti, scarpe, giubbotti, volanti e la visiera utilizzata nelle prove libere del Gran Premio di San Marino di venerdì 29 aprile 1994. Il tutto corredato da foto e filmati dell’epoca.La Fondazione Ayrton Senna, a cui sarà devoluto parte del ricavato della manifestazione, è il più importante ente privato al mondo per l’assistenza ai bambini.