Le strade e le piazze del calcio sono percorse da chi ama il colore della propria squadra ma anche e purtroppo da chi avvolge nelle bandiere i rifiuti materiali frutto dell’insana voglia di vandalismo. L’ignoranza e inciviltà formano un fango pronto a ricoprire i segni tangibili della cultura. Ne ha fatto le spese uno dei simboli della Città Eterna, la celebre Barcaccia di Piazza di Spagna. La fontana realizzata da Pietro Bernini è stata vittima della furia dei sedicenti tifosi del Feyenoord che, nelle ore precedenti la gara di andata di Europa League contro i giallorossi di Garcia, hanno messo a ferro e fuoco il centro della capitale. La Barcaccia è stata utilizzata per riversarvi bottiglie e lattine, per farne il palcoscenico del disonore, danzando su un’opera d’arte ammirata da ogni parte del mondo fino a danneggiarla. Un monumento di travertino trasformato in un cimitero di rifiuti, scalfito in almeno 110 punti. Vandalismo allo stato puro. Ci chiediamo cosa c’entri tutto ciò con la passione calcistica e continuiamo a non trovare risposta. La cosa più grave è la tendenza ad arginare più che a prevenire e isolare la presenza di novelli hooligans, pronti a mettere a ferro e fuoco le città prima di entrare nei loro stadi. Avviene in Europa e lo scenario è avvilente ogni oltre misura. I restauri possono coprire i danni e riportare un’opera al suo aspetto originario, ma le ferite restano segnando indelebilmente una giornata che doveva essere occasione per vivere l’ospitalità originata da una partita di calcio. Fino a quando si continuerà a parlare di opposti schieramenti e tifoserie amiche o nemiche, ben difficilmente i viaggi e le trasferte di chi vuole seguire la squadra del cuore potranno svolgersi con la serenità e partecipazione che tutti desiderano.