La neve ha il sopravvento e Juventus-Atalanta, match di campionato, slitta inevitabilmente, presumibilmente a metà marzo (mercoledì 14 alle 18?). L’impraticabilità del campo dell’Allianz Stadium è talmente palese che il sopralluogo dell’arbitro Mariani, con i capitani Buffon e Toloi, diventa solo un atto dovuto. Gasperini, anche in vista della gara di ritorno di coppa Italia in programma mercoledì 28 febbraio, aveva optato per una linea decisamente verde, tenendo a riposo i titolarissimi che saranno chiamati sicuramente a tentare di ribaltare il risultato e centrare la finale del trofeo nazionale. L’Atalanta aveva annunciato Gollini tra i pali, Toloi, Mancini e Palomino in difesa, De Roon e Melegoni in mezzo al campo con Castagne e Gosens esterni, Haas trequartista, Rizzo (esordiente dal 1’) e Cornelius coppia offensiva. In panchina nove degli undici protagonisti del match infrasettimanale con il Borussia Dortmund. Per ritrovare una scelta tecnica del genere, ma neppure così marcata, bisogna risalire alla famosa partita della svolta tra Atalanta e Napoli disputata a Bergamo, che segnò l’inizio dello straordinario cammino della stagione 2016-2017 culminata con il quarto posto in campionato e il ritorno in Europa. In questo caso, però, Gasperini ha valutato l’importanza del doppio confronto a distanza di tre giorni e la possibilità di proporre uno schieramento che non fornisse punti di riferimento noti ai bianconeri. Allegri, dal suo canto, aveva dato fiducia a Rugani e Chiellini davanti a Buffon con Lichtsteiner e Asamoah esterni difensivi, a centrocampo ritorno di Marchisio con Pjanic e Matuidi, nel terzetto avanzato Mandzukic centrale affiancato da Douglas Costa e Alex Sandro, con Dybala in panchina. Quale tipo di partita sarebbe stata? Nessuno può dirlo, ma è facile immaginare che l’eventuale vittoria bianconera sarebbe stata messa in relazione alla discesa in campo dell’Atalanta Due, mentre un pareggio o addirittura un colpaccio avrebbe consegnato a Gasperini la patente di capitano coraggioso.
