Atalanta più nera che viola

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Un calcio di rigore, assai discutibile per la dinamica, frutto del mestiere di un giovane in grande ascesa come Federico Chiesa combinato con la supponenza dell’arbitro Valeri che del Var mostra una volta di più di infischiarsene, e un calcio di punizione trasformato negli ultimi secondi di recupero quando le energie erano già spese, condannano l’Atalanta alla sconfitta sul campo della Fiorentina. Premesso che l’assegnazione del penalty ha condizionato l’esito del match, occorre sottolineare come la squadra di Gasperini sia stata capace di mettere alle corde i viola, impedendo loro di uscire e proporsi, ma soprattutto costruendo nitide occasioni da rete puntualmente non sfruttate per imprecisione e scarsa lucidità sotto rete. Un copione già visto, purtroppo, con Papu Gomez che, schierato sulla fascia destra, mette in difficoltà gli avversari ma non riesce a dare né la stoccata né l’assist giusti. Alla fine, grazie anche alle scelte tattiche indovinate di Gasperini, l’Atalanta fa la partita ma non trova il gol, anche dopo essere andata sotto per la trasformazione dagli undici metri di Veretout, con Rigoni e Gomez che sfiorano i pali e un paio di palloni in mischia e paga a caro prezzo gli episodi che pesano a favore della Fiorentina. Il calcio di punizione al 94’ di Biraghi, respinto da Gollini con la palla già oltre la linea bianca, serve solo ad aggiornare il tabellino. Alla fine l’unico viola è Gian Piero Gasperini, che al triplice fischio affronta a muso duro il collega Pioli rinfacciandogli chiaramente il comportamento giudicato sleale di Chiesa. La presenza ai microfoni nel dopopartita dell’a.d. atalantino Luca Percassi, il luogo di Gasperini, la dice lunga sullo stato d’animo del tecnico, della squadra e della società. Di errore arbitrale hanno parlato tutti i media televisivi. Non resta che ripartire, perché l’Atalanta convince ma deve tornare a fare gol.

 

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