Federica Sorrentino
Volley bergamasco torna a mettere in bancheca
un trofeo, che mancava dai tempi della Foppa
femminile, grazie alla Coppa Italia A2/A3 vinta
da Olimpia Bergamo, al cui amministratore
delegato Angelo Agnelli chiediamo se con questo
successo può dirsi aperta una pagina nuova nella
storia di Olimpia.
“È un primo passo e soprattutto speriamo sia un
passaggio che ci possa portare a vedere più in là di
quella che è la visione anno per anno. Purtroppo lo
sport vive momenti terribili, le aziende non
investono, se non nei grandi sport, dove le
visibilità sono diverse; ma soprattutto non si
trovano imprenditori che possano affiancarci, non
solo con risorse economiche. Mi auguro questo
trofeo sia di buon auspicio, perché qualcuno si
possa fare avanti”.
In questa stagione coach Spanakis e il suo
gruppo, nonostante l’infortunio occorso a Erati,
sembrano aver trovato la giusta alchimia. Com’è
avvenuto tutto questo?
“Con la calma e la pazienza. Siamo partiti con
qualche infortunio, abbiamo perso le prime partite,
abbassato la testa, lavorato e spinto per rimetterci
al pari con gli altri e tirare fuori quel quid in più.
Abbiamo mantenuto figure importanti dall’anno
passato e aggiunto anche figure strategiche.
L’alchimia c’è e nasce perché tutti la vogliono,
perché nessuno si mette a fare polemica, nessuno
ascolta le voci da fuori. Si lavora tutti i giorni per
arrivare all’obiettivo comune”.
Cosa ci vuole per sviluppare un progetto che
consenta a Olimpia e in generale al mondo della
pallavolo bergamasca di aprire un ciclo
possibilmente duraturo?
“Ci vogliono le persone. Prima si costruisce la
società e poi la squadra. Serve rafforzare il team di
dirigenti, con persone che vogliano affiancarsi a me
e al presidente Nicola Caloni e costruire un
progetto, portando esperienza e risorse strategiche”.
Crede che la serie A1 sia alla portata di Olimpia?
“Ci sono tre problematiche. La prima è vincerla.
Stiamo giocando il campionato di A2 e lottando per
questo. La strada è ancora lunga. Il secondo
problema è l’impianto dove andare a giocare, perché
ad oggi la capienza minima richiesta per ospitare
gli incontri del campionato di A1 è di 3000 persone,
quindi a Bergamo non avremmo la struttura idonea
e la Lega non concede deroghe in tal senso. Terzo
problema è trovare le risorse, perché dalla A2 alla
A1 cresce in modo significativo il budget per
allestire una squadra”.