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Fairplay Scialpinistico

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a cura della Redazione

La gare di scialpinismo sono dure e massacranti
quanto basta. Il Tour del Monscera, che si disputa
tra salite e discese nello splendido anfiteatro
naturale delle Alpi Lepontine, forse lo è ancora di
più. In questo scenario agonistico, suggestivo e
impegnativo, si è portati a pensare che gli atleti
debbano essere concentrati su di sé e preoccuparsi
soprattutto di dosare le energie e non sbagliare.
Nell’edizione 2020 c’è stato spazio per un bel gesto
che ha visto protagonisti i primi due concorrenti
giunti al traguardo. Accade che il 35enne Matteo
Eydallin (C.S. Esercito), in prima posizione,
sull’ultima tremenda salita del Verosso e con quasi
un minuto di vantaggio sul primo inseguitore, vede
scivolare una pelle da sotto lo sci. Nel tentativo di
recuperarla, viene raggiunto dal giovane
bergamasco William Boffelli, classe 1993 (Under
Up Ski Team) il quale estrae dal suo zainetto una
pelle di foca e la consegna al suo avversario,
consentendogli di ripartire. Insieme affrontano la
salita e la successiva lunga discesa che porta al
traguardo. Incedono appaiati, ma non sprintano e
Matteo Eydallin decide di premiare la generosità
di William Boffelli dandogli una piccola spinta
proprio sotto l’arco che segna l’arrivo.
I cronometristi segnano il tempo: appena 4 decimi
di secondo, una differenza di pochi centimetri che
assegnano il successo al bergamasco. Regole non
scritte tra campioni di vita e dello sport.
Dominatori della competizione al punto che il terzo
classificato ammetterà che i due davanti erano
troppo forti. Ha vinto il fairplay del bergamasco
William Boffelli e del torinese Matteo Eydallin.
Due bellissimi gesti come se ne vedono pochi. La
37° edizione del Tour del Monscera sarà ricordata
per questo arrivo fianco a fianco con spinta finale
per ricambiare la generosità e la sportività
manifestata nel momento di difficoltà del diretto
avversario.
Gesti che vanno inquadrati nel contesto di un
percorso di skialp con quattro cime per un dislivello
complessivo di oltre 2.500 metri e una lunghezza di
oltre 20 km. Per i primi due, il vincitore
cronometrico e quello morale, stesso tempo di
2h26’53”. La differenza è nei 4 decimi di secondo
frutto di una spinta riconoscente. “Una vittoria
inaspettata” – ha scritto ha scritto William Boffelli
sul suo profilo social, ringraziando Matteo Eydallin
che al di là della sfortuna ha dimostrato di essere il
più forte.

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