Guardando alcuni dati statistici della partita affrontata dall’Atalanta contro il Como, emergono alcune situazioni che non sono normali, rispetto agli standard soliti dei nerazzurri.
Il che ci porta a dire che Fabregas ha costretto l’Atalanta a una situazione tanto inedita quanto inaspettata che ha messo a disagio il gioco degli uomini di Gasperini.
Prendiamo a esempio i passaggi riusciti sulla trequarti campo: nelle statistiche entrano Djimsiti (15) e Kolasinac (11), e per loro è la prima volta entrare in questo tipo di classifica in partita, che significa che sono stati attratti a giocare a centrocampo, fuori dalla loro zona di competenza, chiamati a costruire più che a distruggere il gioco altrui.
Ma ciò che stupisce è la mancanza di Ederson nella classifica dei giocatori che hanno percorso più chilometri in partita. Di solito il brasiliano è tra i primi se non il primissimo, ma in questa gara non è entrato nei primi cinque. Mentre De Roon di chilometri ne ha percorsi 11,148. Che al secondo posto vi sia Bellanova con 11,096 è la normalità, visto che deve coprire tutta la fascia andata e ritorno. Non così il suo dirimpettaio Zappacosta, anche lui fuori dai primi cinque. E sono già due giocatori-chiave venuti meno ai loro compiti.
Gli altri tre che hanno percorso più chilometri sono stati, guarda un po’, i tre centrali: Kossounou (11,0569), Djimsiti(10,856) e Kolasinac (10,683) costretti a rimediare i vuoti lasciati dai loro compagni. La squadra nel suo complesso è rimasta sotto parecchio ai propri standard, ma è stata surclassata nella corsa dal Como che di chilometri ne ha percorsi 118,151 contro i 111,647.
Se Gasperini era contento per la fase difensiva mostrata dall’Atalanta nella partita contro l’Arsenal, un insegnamento che avrebbe – a suo dire – portato dentro le partite di campionato, alla prima occasione, invece, è stato subito smentito.
Qui è venuta meno la copertura a partire dagli attaccanti, che a volte ci può stare, ma soprattutto è venuta meno la copertura a centrocampo, costringendo i difensori a fare due passi avanti e correndo, spesso a vuoto, per coprire i buchi.
Questa è la fotografia di una squadra che non ne aveva più. E che con l’Arsenal ha dovuto lasciare sul campo tutto quello che aveva. È umano. I giocatori non sono macchine e l’allenatore deve fare i conti con il materiale a sua disposizione. E in questo caso i nuovi arrivati (undici) non sono pronti né fisicamente, né per l’assimilazione del gioco voluto da Gasperini.
Fabregas ha portato una novità: il Como ha giocato con quattro attaccanti e non tre e ha creato superiorità numerica in ogni zona del campo, capace anche di raccogliersi dietro la linea della palla per impedire le giocate in profondità e intasando tutti gli spazi possibili.
La lezione che ne deriva è che le idee nel calcio vincono sempre. Tante volte è stata l’Atalanta (squadra minore) a vincere contro le potenze calcistiche anche europee con le proprie idee innovative. Martedì è stato il Como che ha interpretato le idee di Fabregas al Gewiss contro la più forte Atalanta.
Nessun dramma, Gasperini è uomo di calcio e saprà porre rimedio, dopo attento studio, anche a questa situazione. Siamo solo all’inizio. Nessun dramma. W il calcio.