Simone Fornoni
Un ambasciatore nato, Robin Gosens. Padre olandese e culla sul Reno tedesco, a Emmerich, la sua diplomazia è l’esportazione del modello Atalanta. Ma non se la tira. Cuore per lo Schalke 04 e comunella col connazionale-autista-condòmino Lennart Czyborra, anche lui ex Heracles Almelo. Tornato a Bergamo a fine lockdown, il barbecue a favore di olfatto dei vicini e di Instagram. Robin Hood Gosens ruba i segreti ai ricchi del pallone per darli ai suoi piedi: in due anni e mezzo a pane, salamelle e Gasperini è diventato l’Ambasciatore del Calcio Tedesco 2020. Il “Deutscher Fussball Botschafter Publikumspreises”, accordatogli dal voto popolare organizzato dalla no-profit Deutscher Fussball Botschafter, significa che fuori dai confini nemmeno il fuoriclasse madridista Toni Kroos incarna meglio un movimento che oltre alla tecnica guarda allo spirito guerriero e all’asticella sempre alzata: “Ho preceduto anche Lukas Podolski, un riconoscimento al lavoro che arriva dalla gente – le parole dell’interessato, via canali ufficiali e social -. Ringrazio chi mi ha sostenuto, in tanti mi vogliono bene. Lo scopo sociale è più importante: potrò aiutare un’organizzazione benefica a scelta”.
26 candeline il 5 luglio, il cruccolandese è un tardo esordiente nel football che conta. Fino ai 18 anni, nel Nord Reno-Vestfalia, il torneo del sabato. Fortuna Elten, Bocholt, Rhed. La rampa di lancio nel biennio al Vitesse, poi Dordrecht ed Heracles. Il ct Joachim Löw vuole convocarlo per i suoi numeri: 86, le presenze atalantine. 8 sulla maglia, come i gol nell’annata da riprendere, 13 in totale, 5 assist dall’estate a marzo. Nel tris di Kharkiv allo Shakhtar l’11 dicembre, il sigillo alla qualificazione agli ottavi di Champions. La prima epifania bergamasca della futura plusvalenza nelle casse di Zingonia, fidanzata psicologa, Rabea, e cane Malou di cui spicca l’eterocromia, risale al 29 maggio 2017, allo stadio contro il Chievo. Da spettatore e oscuro terzino sinistro, eccolo arrembante pendolino da giochi da quinto a quinto, da inserimenti da ala pura, da chiusure e da cross. Tanto da finire davanti, da ambasciatore del suo mondo, a Dzsenifer Marozsán, Ann-Katrin Berger, Leroy Sane, Antonio Rudiger, Benedikt Höwedes, Marko Marin, Pascal Gross e Thilo Kehrer, succedendo a Marc-André ter Stegen e inserendosi in scia a Bastian Schweinsteiger, Mesut Özil e Sami Khedira. Certe favole, solo sotto i cieli nerazzurri.