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Lo stadio ritrovato

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Federica Sorrentino

Questo il racconto di qualcosa che non abbiamo visto e a cui in ogni caso non avremmo potuto assistere. Di una cosa normale, ovvero di una seduta di allenamento condita dalla classica partitella a ranghi misti, che ha visto l’equipe dell’Atalanta, mister e calciatori, fare ritorno per la prima volta al Gewiss Stadium di Bergamo dopo 112 giorni. Era il 15 febbraio scorso quando, rimontata e battuta la Roma in notturna, la squadra lasciava lo stadio per concentrarsi sul match di San Siro che l’avrebbe vista piegare largamente il Valencia quattro giorni dopo. L’ultima volta con i tifosi sugli spalti. Per la cronaca, nei 90 minuti a ranghi misti, Ilicic, Gomez e Zapata si sono regalati una doppietta, ma è stato Gosens a segnare il primo gol del post-lockdown. Si è trattato di un ritorno nello stadio di casa, discreto e senza clamori, per iniziare ad abituarsi a stare in campo nell’atmosfera sospesa e inusuale del vuoto tutt’intorno.
Sui social si sono letti i commenti e la voglia di riprendere a giocare di Gomez e compagni. “Vamos que falta menos – Dai che manca meno”, ha postato il Papu su Instagram.
Facile immaginare che i calciatori abbiano vissuto, ognuno a modo suo, qualcosa che somiglia all’emozione del debutto. Tornare a sentire la magia del prato verde insieme al loro grande amore, il pallone, deve essere stata una sensazione incredibile.
L’arrivo è stato, questo certamente, diverso da ciò a cui si era solito assistere, quando il viaggio sul bus con la livrea atalantina dal Centro Sportivo Bortolotti al Gewiss Stadium si concludeva con l’accoglienza tra gli applausi. Sicuramente una mancanza sentita, ma è importante avere pazienza e attendere. I calciatori sono consapevoli che riprendere a giocare sia importante, come pure quanto sia difficile farlo senza pubblico.
C’è un protocollo sanitario da rispettare, lo stesso che ogni giorno viene applicato a Zingonia e sarà sempre ripetuto ad ogni partita o accesso al campo. Solo grazie al superamento di questo momento, sarà possibile tornare tutti insieme allo stadio.
Tornare a calpestare l’erba dello stadio, riprendere confidenza con il rettangolo di gioco, ritrovare punti di riferimento, riabituarsi alle distanze e alla profondità. Tutto questo è fondamentale. C’è qualcosa che fa e farà la differenza a favore dell’Atalanta: lo spirito che accompagna la squadra, le tante motivazioni in più e la voglia di non mollare mai che risiede in chi indossa questa maglia, percepita come una seconda pelle.

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