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Del bel tacer non fu mai scritto

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MILAN, ITALY - NOVEMBER 03: The Nike official match ball before the Serie A match between AC Milan and SS Lazio at Stadio Giuseppe Meazza on November 3, 2019 in Milan, Italy. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

don Alberto Varinelli

“Del bel tacer non fu mai scritto”. Quante volte mia nonna pronunciava questo proverbio, quando ero bambino, per correggere quell’atteggiamento che conduce a volersi esprimere a tutti i costi, anche quando non si conosce la realtà delle cose, o ad azzardare affermazioni che mettono in discussione l’altro, ufficialmente per battuta ma, in realtà, con la finalità di danneggiarne l’immagine. In questi casi, meglio tacere: per il silenzio certamente non si diventa famosi, ma si evita, per lo meno, di essere ricordati per qualcosa di moralmente discutibile. È proprio quanto avvenuto nelle scorse settimane e ha visto protagonisti l’ex allenatore Zeman e l’opinionista Zazzaroni. Qual era il problema? Le prestazioni dell’Atalanta. Troppo forte, questa squadra che dall’umile terra di Bergamo ha osato scalare l’Olimpo della Champions League, estromettendone a suon di goal e spettacolo niente meno che il Valencia.. troppo forte per essere .. onesta. No, dai, deve esserci il trucchetto.. ed ecco che i due fenomeni lo smascherano! Ma certo, è ovvio: se l’Atalanta corre così, afferma solennemente il boemo che vanta tra i suoi trofei la “coppa del nonno” al caffè, è perché, in piena emergenza COVID, nella terra da questo più colpita, la squadra si allenava di nascosto; poi, aggiunge il genio di “Ballando con le stelle”, sicuramente mister Gasperini darà qualche aiutino ai suoi giocatori nell’intervallo, perché è impossibile che una squadra corra di più il secondo tempo del primo. Ora, cari Zeman, Zazzaroni e compagnia: ma perché non avete la dignità di tacere? Avete così bisogno, per ottenere visibilità, di cercare sistematicamente di gettare sospetti sui successi altrui? Vivete così male da dover cercare godimento nell’infangare il frutto del lavoro di altri? Poveri voi, mi dispiace. Vive male chi vive così. Carissimi, vi dico io qual è il segreto: l’Atalanta è la squadra di Bergamo.  A Bergamo non si chiacchiera troppo, si abbassa la testa e si lavora. Non solo, si prega e si ricorda chi non c’è più continuandone l’opera. Questo fa mister Gasperini con i suoi giocatori: porta sul campo la grinta di Bergamo, il dolore per i morti, il desiderio di non fermarsi mai, di non arrendersi di fronte a nessuno.

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don Alberto Varinelli