Eugenio Sorrentino
L’Atalanta riparte dallo stadio dove ha ottenuto la più straripante vittoria della sua storia nei campionato di serie A, segnando sette reti senza subirne e consegnando alle cineteche il colpo da biliardo da centrocampo cesellato da Josip Ilicic. Proprio per questo è necessario dimenticare Torino e giocare la partita d’esordio e quelle che seguiranno con lo spirito di sempre, consapevoli che il gioco ricomincia da zero e le caselle vanno riempite daccapo. Tenuto conto della indisponibilità, , oltre che di Ilicic e Pessina, di Miranchuk fino a metà ottobre, di Gollini fino a novembre e delle squalifiche dei difensori Djimsiti e Romero, la squadra da schierare inizialmente dovrebbe ricalcare quella vista in campo nell’ultimo atto della passata stagione, il 12 agosto a Lisbona con il Paris Saint Germain.
Rispetto ad allora, scontato Sportiello in porta, la sola variante potrebbe essere Palomino affiancato a Toloi e Caldara. Al netto del vaglio di condizioni fisiche e scelte tattiche diverse, probabile riconfermata della linea di centrocampo formata da Hateboer, De Roon, Freuler e Gosens, con Pasalic a supporto di Gomez e Zapata. La conferma delle cinque sostituzioni anche per la stagione 2020-21 sembra giocare a favore delle esigenze di Gasperini, sempre pronto a variare gli assetti in funzione dell’evoluzione di gioco e risultato.
L’Atalanta non è più da scoprire, per questo ogni avversario cercherà contromisure per evitare di rimanere travolto. Il primo a misurarsi con la forza d’urto della squadra di Gasperini (che si presenta al via con contratto prolungato al 2023 con ulteriore opzione fino al 2024), è Marco Giampaolo, fautore del 4-3-1-2, chiamato a rilanciare il Toro sull’asse Sirigu-Rincon-Belotti. Furono proprio i granata a dare un dispiacere in rimonta alla seconda di serie A al Tardini di Parma il 1° settembre di un anno fa. Da allora di acqua ne è passata sotto i ponti e il ritmo di crescita degli uomini di Gasperini in campionato e in Europa è racconto da enciclopedia del calcio. Ad accorgersene è stato anche il ct argentino Scaloni, il quale ha richiamato in nazionale Papu Gomez tre anni dopo la prima convocazione, per le sfide con Ecuador e Bolivia dell’8 e 13 ottobre, una settimana prima dell’esordio stagionale in Champions League. Il capitano atalantino in biancoceleste con Messi e Dybala, un altro sigillo della Dea nell’Olimpo del calcio.