Eugenio Sorrentino
Atalanta non pervenuta allo stadio San Paolo. Non doveva andare così nel giorno del 113esimo anniversario di fondazione della società. Invece è arrivata la pesante sconfitta dal Napoli, maturata sostanzialmente nel primo tempo con quattro gol al passivo. Una prestazione complessivamente negativa, soprattutto a livello difensivo, al cospetto della squadra di Gattuso che ha impressionato per qualità e intensità e dimostrato di essere una seria candidata per lo scudetto. Una doppietta di Lozano, un sigillo di Politano e il primo gol italiano di Osimhen hanno consentito al Napoli di gestire la partita nel secondo tempo, quando l’Atalanta è passata al 4-4-2 ed è riuscita ad accorciare le distanze con Lammers, subentrato a Gomez. Unica nota lieta in prospettiva il ritorno in campo di Ilicic, che mancava dal 2-2 della passata stagione con la Juventus. Atalanta forse penalizzata dalla stanchezza dei giocatori rientrati dagli impegni con le rispettive nazionali: 7 su 13 sono scesi in campo contro il Napoli, rimasto a riposo dallo scorso 27 settembre. Resta il bilancio di 9 punti in classifica per la squadra di Gasperini, con tre partite su quattro giocate fuori casa.
Nell’undici iniziale Gasperini ha inserito Ilicic, riformando il trio offensivo con Gomez e Zapata. Davanti a Sportiello il rientrante Toloi, Romero e Palomino. De Roon e Pasalic la coppia di centrocampo, con la novità di De Paoli per Hateboer e la conferma di Gosens a sinistra. Napoli senza Insigne, con Osimhen terminale offensivo, sostenuto da Mertens, Lozano e Politano, mentre Babayoko all’esordio ha già fatto crescere la mediana.
Al momento di scendere in campo allo stadio San Paolo tutti si aspettavano un Napoli determinato e voglioso di ripartire dopo il contestato stop a tavolino con la Juve. Nulla lasciava presagire che l’Atalanta risultasse non pervenuta, consentendo alla squadra di Gattuso di attaccare e chiudere il primo tempo con quattro gol di vantaggio. Una prestazione devastante del Napoli, certamente favorita dalla scarsa consistenza a livello individuale e soprattutto difensivo della squadra bergamasca. Atalanta troppo brutta per essere vera, disarmonica e incapace di sviluppare gioco in profondità e inconsistente sulle fasce. Quando nella ripresa Gasperini ha risistemato le pedine, la squadra ha tenuto, pure risparmiando e sacrificando Gomez e dando spazio a Lammers che ha fatto rivedere il suo talento. Per la squadra, nel complesso, la sensazione che si sia trattato solo di un blackout.